Voto alle donne: il 1° febbraio 1945 le donne italiane si recano alle urne

Voto alle donne: il 1° febbraio 1945 le donne italiane si recano alle urne

Il 1° febbraio 1945 è una data importantissima per le donne italiane, finalmente hanno il diritto di voto

Voto alle donne – Il 1° febbraio 1945 è una data importantissima per le donne italiane che, grazie a un decreto legislativo,  vedono riconosciuto il loro diritto di voto.  A 154 anni dalla “Dichiarazione dei diritti delle donne e delle cittadine” firmata da Olympe de Gouges che purtroppo le valse, nel 1793, la ghigliottina, in Italia le donne si poterono recare alle urne. Finalmente le donne diventavano cittadine pari agli uomini, padrone di se stesse e poterono godere per la prima volta dell’uguaglianza giuridica e di tutti gli stessi diritti degli uomini.

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Il decreto – In un’Italia divisa tra forze alleate e truppe naziste, con il Decreto luogotenenziale del 1° febbraio 1945 n.23, Estensione alle donne del diritto di voto,  a firma di Umberto di Savoia, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconosce il voto femminile, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. La prima volta al voto ha assunto  una valenza ancor maggiore perché é avvenne in occasione del Referendum del 2 giugno 1946 in cui gli italiani furono chiamati a scegliere fra Monarchia e Repubblica.

Gli articoli del decreto:

– l’art. 1 ne sanciva l’esercizio alle condizioni previste dalla legge elettorale politica;

– l’art. 2 ordinava la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili;

– l’art. 3 stabiliva che, alle categorie escluse dal diritto di voto, dovevano aggiungersi le donne indicate nell’art. 354 del Regolamento per l’esecuzione del Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza, ovvero le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”

Il Decreto n. 74 del 10 marzo 1946, “Norme per l’elezione dei deputati all’Assemblea Costituente”, sanciva – un anno più tardi – l’eleggibilità delle donne.

La storia del diritto di voto alle donne – In Italia il percorso di “Estensione alle donne del diritto al voto” cominciò nel 1861, all’indomani dell’Unità d’Italia, e prevedeva che avessero compiuto la maggiore età di 21 anni. Nel 1924 Benito Mussolini aveva riconosciuto il diritto di voto alle donne, ma solo per le elezioni amministrative, al fine di dimostrare che non temeva l’elettorato femminile,  fu però un atto demogogico, in quanto si era già deciso per la proibizione di elezioni per comuni e province, sostituendo tutto con podestà e governatori.

 

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    […] femminile era stata una conquista in quasi tutta Europa (per il suffragio femminile in Italia clicca qui), con un’eccezione non irrilevante. La Svizzera portava con sé il peso della società […]