"Fenomeno difficile da estirpare anche perché il tacere, il credere di poter cambiare l'altro, il tenere unita la famiglia, sono radicati nella donna"
Un fenomeno difficile da estirpare anche per colpa di alcune convinzioni femminili – Il fenomeno della violenza sulle donne non può più passare inosservato, sopratutto dopo che le statistiche in Italia hanno decretato che, nel 2013, più di un milione di donne hanno subito atti di violenza dagli uomini. Le campagne d’informazione e le norme di questi ultimi anni hanno aiutato a contrastare la violenza sulle donne, ma questo non sembra essere ancora abbastanza per “voltare pagina”, così afferma Maria Carla Bocchino, responsabile della divisione analisi violenza domestica del Servizio centrale operativo della Polizia. “La sensibilità nei confronti della violenza di genere è cresciuta – spiega – gli strumenti per contrastarla ci sono, ma il fenomeno è più difficile da estirpare di quanto si pensi perché il tacere, il subire, la convinzione di riuscire a cambiare l’altro, il tentativo di tenere unita la famiglia, sono radicati nella donna. Così come nell’uomo, spesso, non c’è piena consapevolezza dei comportamenti vessatori, della violenza fisica e psicologica messa in atto”.
Centri anti-violenza e comunità per gli uomini maltrattanti – Secondo Maria Carla Bocchino rimangono ancora importanti obiettivi da raggiungere, per esempio aumentare “i centri anti-violenza, anche residenziali dove le donne, dopo aver denunciato, possono trovare accoglienza e il trattamento obbligatorio per gli uomini maltrattanti”. Per contrastare la violenza sulle donne l’esperta ipotizza anche la creazione di comunità di accoglienza per gli uomini violenti, simili a quelle per i tossicodipendenti, che si basino sull’auto-aiuto. Maria Carla Bocchino aggiunge: “La legge ora prevede che l’uomo possa scegliere di sottoporsi al trattamento, credo che invece il legislatore avrebbe fatto bene a deciderne l’obbligatorietà, anche tutelando meno le garanzie del singolo”. Tra gli obiettivi da raggiungere, aggiunge l’esperta, “c’è da ripristinare quel controllo sociale che una volta svolgevano i vicini. Non si deve far finta di non sentire le urla, i pianti che provengono dall’appartamento vicino, si deve denunciare, solo così si potrà far emergere ciò che altrimenti non potremmo scoprire mai”.
L’educazione è fondamentale per prevenire la violenza sulle donne – Per combattere l’allarmante fenomeno della violenza sulle donne, un ruolo fondamentale spetta all’educazione e alla prevenzione. Per questo la Polizia si sta occupando dell’educazione nelle scuole, partendo dalla scuola d’infanzia, dove diventa già necessario insegnare i fondamenti della convivenza e del rispetto reciproco fra le persone, fra le donne e gli uomini. In occasione del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Polizia sarà presente nelle scuole, in mezzo ai ragazzi, per diffondere le informazioni e rispondere alla domande sul problema.
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