Violenza contro le donne: film su retaggi culturali
Per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne la sezione cinema di Female World vi presenta, oltre all’elenco di film già stilato in passato (potete leggerlo qui: Femminicidio film), una lista di titoli ordinata in macrocategorie: donne e retaggi culturali (religioni, culture, patriarcato); diritti delle donne (lavoro, aborto, divorzio); stupro, violenza sessuale; violenza domestica, maltrattamento. Per ciascuna tematica segnaliamo tre titoli. Questa raccolta si propone di adottare l’arte cinematografica come mezzo di conoscenza e diffusione di gravi condizioni sociali e interculturali.
– Donne: retaggi culturali
Mai senza mia figlia (Not Without my Daughter) Di Brian Gilbert. Con Alfred Molina, Sally Field, Sheila Rosenthal. Drammatico. Usa – 1991.
Storia vera di Betty Mahoomody che nel 1984 viveva in Michigan con suo marito, un medico iraniano, e la sua bambina. Dopo la perdita del lavoro l’uomo conduce la famiglia a Teheran, ma l’impatto di Betty con quella civiltà, dove le donne contano meno di nulla, è traumatico. Alla decisione del marito di restare per sempre in Iran Betty si dispera, cerca di reagire, ma subisce persino violenze. La sua richiesta di potere rientrare in Michigan viene ignorata dal consolato americano e Betty vive quell’incubo completamente da sola, ma organizzerà un pericoloso piano di fuga, salverà lei e la figlia, dopo una battaglia lunga due anni.
Moolaadè. Di Sembene Ousmane. Con Fatoumata Coulibaly, Maimouna Helene Diarra, Salimata Traore. Drammatico. Senegal/Francia – 2004.
In un piccolo villaggio africano sei bambine fuggono per non essere sottoposte al rito dell’escissione dei genitali, ovvero alla mutilazione imposta come “purificazione” per il loro futuro da spose. Due di loro spariscono (saranno ritrovate in fondo a un pozzo). Altre quattro chiedono la protezione – mooladé – alla seconda delle tre mogli di un notabile del villaggio Collé Ardo, che a suo tempo ha rifiutato l’escissione della figlia. La protezione è una consuetudine che può essere spezzata soltanto dall’interessata o indotta con la forza dal marito. Il villaggio si divide, le “sacerdotesse” dell’ortodossia reclamano le bambine e denunciano Collé Ardo al consiglio degli uomini, i quali vietano a tutte le donne di ascoltare la radio: considerata strumento di corruzione che “accende i cervelli”. La tragedia vedrà il marito piegarsi al volere comune e infliggere a una donna torture e morte.
Nu Shu – Il linguaggio segreto delle donne in Cina. Di Yue-Qing Yang. Documentario. Cina/Canada – 1999.
Un viaggio storico e culturale che racconta l’universo femminile della Cina feudale. L’usanza della fasciatura forzata dei piedi, la mancanza di istruzione, la spietata inferiorità e l’isolamento inflitti alle donne. La regista traccia grazie alla testimonianza di Huan-yi Yang, unica depositaria vivente di questo regime, la condizione femminile di un’epoca a prima vista lontana, ma ancora dolorosamente molto attuale. Con la descrizione delle usanze della lingua Nu Shu e del ruolo da essa svolto nella vita delle donne, affiora una cultura femminile simbolo di resistenza alla dominazione maschile. Alle interviste raccolte si aggiungono quelle delle donne delle minoranze Yao, nel sud della Cina, tra le quali l’utilizzo del Nu Shu simboleggiava anche l’opposizione alla cultura Han confuciana dominante.
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