La campagna sulla violenza contro le donne di Erik Ravelo è stata censurata su Facebook.
La censura di Facebook – Il famoso social network di Zuckerberg ha censurato la campagna sulla violenza contro le donne del noto attivista cubano Erik Ravelo. La campagna “End violence against Women” farebbe uso di immagini “forti”, almeno secondo la linee guida di Facebook; il social network ha inviato un messaggio a Ravelo: “Il tuo post non è stato messo in evidenza in quanto viola le linee guida sulle pubblicità di Facebook perché promuove prodotti o servizi per adulti, compresi giocattoli, video o prodotti per il miglioramento delle prestazioni sessuali”. All’interno della sua campagna contro lo stupro e la violenza contro le donne, Ravelo ha creato un’immagine che ha destato particolare scalpore: una ragazza senza volto si copre l’inguine con le mani, sulle quali si nota una ferita profonda, simile a una vagina o ad un foro di proiettile.
Le campagne di Ravelo – L’artista e attivista cubano ha prontamente risposto alla censura di Facebook: “Mi chiedo come sia possibile che qualcosa che lotta contro lo stupro e la violenza contro le donne possa essere una violazione di per sè. Facebook è inondato di messaggi d’odio, foto sexy e immagini di guerra e terrorismo. La mia arte vuole difendere i diritti delle donne e sensibilizzare le persone su questo problema. Sono un ‘artivista‘, ma questo non viene accettato”. Ravelo era già noto per le sue campagne “scomode”: nel 2013 l’avvista cubano ha subito un’altra cesura da Facebook su “Los Intocables”, una serie di scatti creati per sensibilizzare le persone riguardo il dramma della pedofilia e della violenza sui minori (guarda qui).
Le altre campagne – Recentemente un’altra campagna è diventata celebre in seguito alla censura di Facebook, che a questo punto forse ha qualche falla nel sistema: una ragazza si è vista rimuovere le proprie foto dal social network con motivazioni alquanto inadeguate rispetto al contenuto delle immagini (guarda qui le immagini). Equality Now ha creato una campagna elencando le leggi contro le donne che sono ancora in vigore nel mondo; fra i paesi che discriminano le donne ve ne sono alcuni insospettabili (leggi qui).
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