Mosca, cinque persone dichiarate colpevoli – Nel tribunale di Mosca sono stati dichiarati colpevoli i cinque imputati nel processo per l’assassinio de
Mosca, cinque persone dichiarate colpevoli – Nel tribunale di Mosca sono stati dichiarati colpevoli i cinque imputati nel processo per l’assassinio della giornalista Anna Politkovskaya, che fu uccisa il 7 ottobre 2006 a colpi di pistola nell’ atrio della sua casa. Per quattro dei cinque condannati l’accusa è di essere i mandanti, gli organizzatori dell’attentato, il quinto è l’esecutore materiale. Per anni si è parlato di un possibile coinvolgimento dello stato russo e del primo ministro Putin in tale attentato. Il giorno dell’omicidio, Anna Politkovskaya stava lavorando ad un articolo, prossimo alla pubblicazione, circa le lunghe torture commesse dalle forze di sicurezza cecene. Le fonti dell’intelligence rilevarono poi che il nome della giornalista era su una lista di persone scomode da eliminare.
Il prezzo della verità – Anna Politkovskaya era una giornalista da sempre impegnata in tema di diritti umani. La sua carriera si è scandita a suon di critica e di battaglia aperta nei confronti di Putin; di denuncia dei soprusi e delle oppressioni conseguenti alla guerra in Cecenia, in cui più volte si era recata; di dimostrazioni documentate del dolore delle vittime della guerra. Più volte era stata minacciata la sua stessa vita a causa del suo lavoro e delle posizioni assunte. Continuava a farlo nonostante fosse consapevole di trovarsi in un paese in cui la libertà piena di parola non può dirsi affermata. Ha continuato con le sue indagini, le sue interviste e le sue denunce. Consapevole del pericolo che correva non si è fermata nella ricerca della sua verità pagando con la vita.
E’ stata davvero fatta giustizia per Anna Politkovskaya? – Il dubbio rimane. Il coinvolgimento dello stato non può dirsi escluso ma nemmeno stanato. Ora gli assassini della giornalista hanno un nome, un cognome e un volto. Sappiamo anche che un ex poliziotto moscovita è stato già condannato a 12 anni di lavori forzati per aver procurato l’arma agli assassini. Al funerale della giornalista parteciparono più di mille persone tra amici, colleghi e ammiratori del suo lavoro, ma nessun membro dello stato russo presenziò. La lapide di Anna rappresenta un giornale crivellato dai proiettili, segno del suo grande impegno per la scoperta della verità. La sua storia ha segnato un punto di non ritorno, ha trasmesso coraggio a molti, ha permesso che le cose possano, seppur lentamente, cambiare.
Angelica Lanzilotti
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