Selfies e scatti di gruppo virali, Female World vi propone una Top Ten dell'idiozia collettiva. Guardare per credere fin dove si spinge l'uomo per placare la propria vanità...
Selfies ma non solo – Per selfie s’intende un autoscatto destinato ad essere condiviso sui propri profili social come Facebook, Twitter, Instagram e via dicendo. I Selfies ormai permeano la televisione, il giornalismo, la stampa di moda, appaiono ovunque e dovunque, coinvolgendo pubblico e star. Ogni tanto, una posizione, una situazione che viene ricreata in un selfie diventa virale, e giù migliaia di persone che, per non essere da meno si sbrigano a immortalarsi nella suddetta posizione. Vediamo insieme i selfies ma anche gli scatti social di gruppo più folli. I criteri di scelta di ciò che diventa moda passeggera sono difficili da individuare, per questo Female World ha preparato per voi una Top Ten delle posizioni divenute, non si capisce bene il perchè, virali.
Al 10° posto alla base della nostra classifica si colloca il cosiddetto owling, di moda a inizio del 2013 e quindi ora, con i tempi del web, già preistoria, ma non bisogna dimenticarsene. Cosa ha convinto migliaia di persone a postare proprie foto appollaiati in giro per la città, su panchine, scivoli, muretti e quant’altro tentando di imitare un gufo? Non è dato saperlo.
Al 9° posto incontriamo il vadering, Star Wars ispirato, uno scatto per sentirsi Dath Vader ed esercitare il lato oscuro della forza, cosa a cui si sa, nessun nerd può rinunciare. Consiste in una persona ferma a braccia tese con necessaria intensità, e una, due o più persone che fingono il soffocamento a mezz’aria. Il tempismo nel vadering era fondamentale. Premio per l’impegno.
All’ 8° posto si piazza il batmanning. Il trend che non puoi non seguire: fotografarsi mentre si sta appesi a testa in giù, come un pipistrello. Diciamolo, non è la posizione più comoda del mondo, e le testimonianze sono strepitose. Youtuber che incuranti degli sguardi altrui si sono appesi ciondolanti più o meno ovunque, parchi per bambini, metropolitane, cortili. Più il luogo è strano e difficile più piace.
Al 7° posto c’è il teapotting, ossia l’arte, scusate l’uso improprio della parola, di farsi ritrarre mentre si assume la posa di una teiera, e con il braccio si imita il beccuccio. Purtroppo il teapotting è poco dinamico e non da molta soddisfazione.
Saliamo ancora di un posto, al 6° troviamo l’ horsemanning e già ricominciamo a ragionare. Sul gruppo facebook viene definito ‘‘termine astruso che deriva dal personaggio senza testa Headless Horseman” e in pratica consiste nel ritrarsi in una posizione che faccia presumere che manchi la propria testa, o che comunque sia staccata dal corpo. I risultati in alcuni casi sono degni di risate e lacrime.
Il 5° posto lo conquista il fondamentale planking, in vetta della follia virale per molto molto tempo, ha fatto scuola di scatti social. Senza il planking molto probabilmente i selfies non esisterebbero, con le conseguenti ripercussioni per tutti noi. Detto ciò, il planking consiste nell’imitare una tavola di legno, quindi corpo rigido, mani adese ai fianchi e sguardo a terra.
Simile ma dai risvolti più comici è il deading, che si colloca al 4° posto. L’idea è quella di fingersi morto, per terra, agli angoli della strada, ovunque. Il corpo scomposto, occhi chiusi, collo rigirato, più la posizione assunta mette i brividi, più il protagonista della foto si sentirà realizzato e appagato del buon lavoro svolto.
Bene bene, siamo arrivati al podio. Il bronzo va senz’altro al koaling, corrente che ha spinto le persone a farsi ritrarre mentre abbracciano praticamente qualsiasi cosa, pali della luce, alberi, cassette delle lettere, e cosi via. Se lo sguardo riesce a replicare quello dell’animale imitato, il koala, allora si acquistano ”giustamente” dei punti.
Sangue freddo e tempra d’acciaio sono necessari per affrontare questo argento. E’ un trend praticamente appena nato, quindi teoricamente siamo ancora in tempo, ma invece di ignorarlo e non prestargli attenzione come dovremmo, lo premiamo con un bel 2° posto, per la sua follia ed esibizionismo. Parlo del riccing, dal nome della bella attrice Christina Ricci, la prima a lanciarlo, che annoiandosi evidentemente a morte, ha deciso di farsi fotografare incastrata in un frigo. Si, in un frigo. Attendo con ansia le migliaia di ragazzine che non potranno farsi scappare l’occasione.
Il 1° posto, l’ oro dell’idiozia collettiva, il peggior modo di farsi riprendere e di volersi mostrare a tutti i costi sui social network è l’onnipresente duckface. Ci piacerebbe dire che è un fenomeno nevrotico che colpisce solo le donne, ma non è così, sempre più uomini, dall’ego ingombrante, assetati di consensi cadono nella trappola della faccia d’anatra. Nato nei bagni, è diventato subito il selfie più popolare, proprio per questo premiato in vetta alla classifica. Ha contagiato chiunque, dai #bimbiminchia, vero target delle duckface, alle attempate signore che vedono le figlie farlo e ci provano in un disperato tentativo di ringiovanimento.
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