Vanessa e Greta le due italiane rapite a luglio sono libere e hanno fatto ritorno in Italia. La loro liberazione è stata seguita da alcune polemiche riguardanti il possibile riscatto pagato per liberarle.
Rientro in Italia – Le due cooperanti italiane Vanessa Marzullo e Greta Ramelli sono tornate a casa. Le ragazze sono rientrate in Italia alle 4:20 e sono state trasportate all’ospedale militare del Celio e in giornata saranno interrogate dalle autorità. Dopo quasi sei mesi di prigionia sono state liberate grazie al lavoro della Farnesina, ma questo non ha impedito la nascita di alcune polemiche legate al loro rilascio. “Qualora fosse stato pagato un riscatto, quei soldi andrebbero a finanziare i sequestratori che ci sono dietro questi episodi e quindi a chi attenta alla nostra civiltà” è stato il commento di Salvini di fronte a un possibile pagamento di 12 milioni di euro al Fronte al-Nusra. In mattinata sarà il ministro Gentiloni a riferire sulle modalità del rilascio davanti alla Camera.
Fronte al-Nursa – Il loro sequestro aveva fatto temere che fossero finite in mano agli jihaidisti dell’Isis, ma dietro alla loro cattura vi è il Fronte al Nursa. La Jabhat al-Nursa, il fronte di sostegno del popolo siriano, nato nel 2011 per opporsi al presidente siriano Bashar al Assad è diventata nel tempo un’enorme crescita. Dovuta sia agli ingenti finanziamenti che gli giungono dall’estero, ma anche dai pagamenti dei riscatti dei loro prigionieri. Nelle zone controllate dal fronte è in vigore la Shari’a, la legge islamica basata sul Corano, le loro forze ad oggi possono contare 6.000 combattenti.
Italiani rapiti – Sono ancora due gli italiani in mano agli integralisti islamici, Giovanni Lo Porto cooperante per la ong Welt Hunger Hilfe scomparso tra Pakistan e Afganistan, di cui non si hanno più notizie dal 19 gennaio 2012 e padre Paolo Dall’Oglio anche lui catturato in Siria. Giunto in Siria quasi trent’anni fa svolgeva la sua attività nella speranza di un un possibile dialogo tra il mondo cristiano e quello arabo, ultimo contatto con il gesuita risale a più un mese fa.
Irene Topi
COMMENTI