Unioni civili: via articolo 5 e riferimento alla “famiglia”, Michela Marzano lascia il Pd

Viene approvata la legge sulle unioni civili ma la deputata PD Michela Marzano ha rassegnato le sue dimissioni dal gruppo

Il 12 maggio di quarantadue anni fa, il referendum abrogativo sul divorzio decise per il “no”: l’istituzione introdotta nel 1970 dalla legge Fortuna-Baslini non si doveva toccare. Qualche giorno fa invece, 11 maggio 2016, è stata approvata alla Camera la legge sulle unioni civili – dal revisionato e menomato ddl Cirinnà – con ben 372 voti a favore e 51 contrari, ma anche questa, c’è già chi pensa a “toccarla” con un eventuale referendum.

Michela Marzano

Unioni civili: c’è chi dice no (alla legge)

Due traguardi di grande importanza per il nostro Paese e per una direzione, diremo “etica”, della nostra società, – non dimentichiamoci che la leggevarata ieri, costituita di due parti, prevede sì l’istituto dell’unione civile tra persone dello stesso sesso, ma anche stabilisce una disciplina della convivenza di fatto tra persone eterosessuali, oltre che omosessuali – che però ha faticato a delinearsi e forse tarderà ancora ad affermarsi pienamente: infatti, ad appena un giorno trascorso dalla votazione nell’Aula della Camera, tuonano i primi malumori, sia da una parte che dall’altra della barricata. Come abbiamo già anticipato, c’è la fazione dei “referendisti”, cioè tutti quelli che non soddisfatti del risultato ottenuto in aula – Fratelli d’Italia, FI, Lega Nord in pole position – , sono pronti ad indire un referendum abrogativo dal pulpito di un comitato, a quanto pare già formato e presieduto da Eugenia Roccella, già frontwoman, al tempo, del primo Family Day.

Michela Marzano: “Quella delle unioni civili è una legge che nasce vecchia”

Dall’altra parte però abbiamo anche chi, come la ormai ex-deputata PD Michela Marzano, ha altri tipi di malumori: quelli per aver visto stralciati da questa legge articoli significativi, come l’articolo 5 sulla stepchild adoption, e riferimenti importanti quali quello alla famiglia e alla fedeltà: come lei stessa tuona, ai microfoni dell’Aula della Camera durante la dichiarazione di voto – con voce chiara e decisa -, «mentre il matrimonio viene ancorato all’articolo 29 della nostra Costituzione, le unioni civili vengono ancorate all’articolo 2 e all’articolo 3. […] L’unione civile tra persone dello stesso sesso viene istituita come una specifica formazione sociale, negando così alle persone omosessuali il diritto a riconoscersi come famiglia», ecco perché, spiega la Marzano, questa legge «nasce vecchia nonostante sia un passo avanti». Conclude, quindi, il suo intervento rivolgendosi alle persone omosessuali e chiedendo loro scusa per non essere stata capace di «proteggere e difendere la loro pari dignità».

Michela Marzano e la rottura con il PD

Niente esultanza e all’indomani della votazione e di queste dichiarazioni, la filosofa e scrittrice Michela Marzano rassegna le sue dimissioni dal gruppo PD con una lettera al capogruppo Ettore Rosati, dando a queste ultime una motivazione “morale e non politica”. Dimissioni non del tutto inaspettate, anzi: la Marzano aveva annunciato una sua separazione dal partito già all’inizio dell’anno e l’aveva ribadita ai nostri microfoni durante l’evento di presentazione del suo ultimo libro, Papà, mamma e gender, tenutosi l’11 marzo scorso alla Casa internazionale delle Donne a Roma.

Vi proponiamo qui di seguito l’intervista che ha rilasciato a noi di Female World

Stefania Severini

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    […] è bastata neanche la legge sulle unioni civili a far sì che nel nostro Paese si riconoscano uguali diritti per le coppie omosessuali. In una […]