L'intervista in esclusiva al gallerista Tiziano M. Todi organizzatore nella Galleria Vittoria di corsi estivi per insegnare l'arte ai bambini
“Conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sé per tutta la vita vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comuincare“. Lo affermava Bruno Munari, un grande artista della grafica e del design del ‘900, che si occupò anche di didattica e “Un estate ad arte… in Galleria”, è una interessante iniziativa, nata proprio con l’intento di realizzare attività artistiche e culturali rivolte a bambini dai quattro agli undici anni, delle settimane creative per tutto il periodo estivo in una Galleria d’arte in via Margutta, in cui poter esprimere gioia di comunicare, fantasia e talento. Il laboratorio artistico per questi giovanissimi è la Galleria Vittoria, in via Margutta, e Tiziano, il giovane nipote di Enrico Todi, titolare della storica Galleria, è l’ideatore di questa esperienza didattica che nel suo secondo anno di vita, insieme all’Associazione Culturale Se.Cit. si è ispirata al tema “Arte e Cibo”, in riferimento all’Expo di Milano 2015.
“E’ nota la duttilità e la capacità di apprendimento dei bambini, la loro curiosità e il piacere di sperimentare nuove forme di conoscenza in maniera ludica e l’espressione artistica è il modo migliore per esaltare le caratteristiche della loro creatività” – esordisce Tiziano. “Tre anni fa avevamo iniziato con Sara Mancini, storica dell’arte, dei laboratori ludico didattici in Galleria, ogni domenica, sulle varie tecniche di pittura, l’arte del recupero, il mosaico, la carta pesta, prendendo in considerazione il lato artistico e storico di Roma, e con lei che è specializzata nel metodo di Bruni Munari, della didattica museale, abbiamo iniziato un percorso qui in Galleria. Dopo un anno di questo percorso domenicale abbiamo deciso di fare corsi estivi che già fanno alcuni Musei di Roma e noi siamo la prima Galleria privata che fa un’iniziativa del genere”.
Quanti hanno aderito al vostro progetto?
Abbracciamo un pubblico abbastanza vasto, che va dai quattro agli undici anni e abbiamo formato un gruppo di bambini senza fare differenza di età. Riteniamo cosa giusta che essi lavorino insieme e si confrontino; a volte notiamo delle piccole rivalità fra di loro che però riteniamo di stimolo a fare meglio, serve ai più piccoli per crescere e ai più grandi per sviluppare un senso di aiuto e di protezione verso i compagni di età inferiore. L’arte è comunicazione, condivisione, collaborazione, confronto, ricerca.
Come si svolgono queste attività dei bambini?
Cerchiamo di collegare il cibo con l’arte. I bambini sono qui tutta la settimana, dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 del mattino alle 4, 30 del pomeriggio, mangiano e passano la giornata con noi. Quest’anno tutte le tematiche hanno un filo conduttore che è quello del cibo, siamo stati patrocinati dal progetto didattico Scuola Expo che ha riconosciuto l’importanza del nostro progetto, e da Roma Capitale .
Come si articola il programma di queste giornate?
Ogni settimana c’è un progetto che viene portato avanti. Noi siamo una squadra di cinque operatori specializzati nella ludico-didattica, e storici dell’Arte; quasi tutti seguono il metodo Brunari, ma ognuno con le proprie particolarità. Ogni tematica si arricchisce di molteplici elementi, uno importante è quello fiabesco, che stimola la fantasia e la creatività, e ogni settimana, secondo il tema previsto, andiamo a visitare location attinenti all’argomento affrontato. Sono previste escursioni culturali e ingressi nei musei. Ogni settimana noi lavoriamo, poi il giorno conclusivo, che è il venerdì, facciamo una piccola esposizione dei lavori, o realizziamo una rappresentazione teatrale, una performance…
C’è dunque anche un percorso nei luoghi all’interno di Roma
Desideriamo far conoscere ai bambini e rendere loro familiare il centro storico di Roma, educandoli alla importanza del patrimonio storico ed artistico ed al suo rispetto. Noi mangiamo al Pincio, andiamo a Piazza di Spagna, a Piazza del Popolo, in Via del Corso, e sempre in un posto nuovo, in modo che possano scoprire queste bellezze che appartengono anche a loro. Quando il tempo non è particolarmente bello si mangia mettendo i tavoli fuori in via Margutta, e si gioca, come succedeva un tempo, sulla via , riportando ad essa quella vitalità della quotidianità di allora.
Questo è il vostro secondo anno di attività: come sta andando?
Positivamente. Oramai ci stiamo facendo un nome. Lo scorzo anno avevamo un pubblico molto inferiore. In queste prime settimane ci siamo accorti della crescita del nostro pubblico infantile. Diciamo che gran parte dei bambini sono tornati e seguono i nostri laboratori. I genitori credono in noi per aver notato i progressi dei loro figli avuti dalla frequentazione di queste giornate, inoltre sono arrivati nuovi bambini.
Tuo nonno, Enrico Todi, è il personaggio più rappresentativo di via Margutta, la sua Galleria Vittoria ha avuto gli artisti più famosi del ‘900, uno per tutti: lo scultore Umberto Mastroianni…
Mi ricordo di quando andavo col nonno negli studi degli artisti. A Marino, nella sua villa “Paradiso”, Umberto Mastroianni insegnava a me e a mia sorella, da piccoli, a disegnare. Racconto un aneddoto: da bambino avevo un po’ la passione per la magia e, a Natale, nel salone della sua villa mi capitava di presentare miei spettacolini ad un pubblico divertito, costituito dai miei familiari e da quelli del maestro…
- Photo credit – Elena Datrino
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- Photo credit – Elena Datrino
La tua è una eredità impegnativa: quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Il mio progetto per il futuro di questa Galleria è rivolto ai giovani, alla loro formazione culturale ed alla loro sensibilità artistica. Stiamo formando futuri artisti e futuri collezionisti. Questo progetto che stiamo attuando è l’inizio di un discorso che va esteso e perfezionato. Un bambino che passa una settimana in una galleria d’arte avrà, dopo questa esperienza, acquisito una certa sensibilità maggiore verso l’espressione artistica. Inoltre c’è in me, sempre, l’intenzione di promuovere giovani artisti che si affacciano nel mondo dell’arte, intendo essere promotore dell’arte contemporanea,e guardo con attenzione le tendenze artistiche a libello mondiale e le nuove sperimentazioni. Sono stato nutrito a pane e arte, che mi ha sviluppato una certa sensibilità, e, a questo proposito, posso raccontare anche un altro aneddoto a questo riguardo: quando entrai per la prima volta nello studio del pittore Antonio Fiore ero davvero molto piccolo. Mi colpì una sua opera e la volevo avere, ma quella pittura aveva un valore particolare per l’artista che si premurò di donarmene un’altra simile. Non mi convinse, io mi ripresi, senza esitazione, quella che avevo scelto suscitando grande stupore dei presenti, e quella è stata la mia prima opera da collezionista.
Sabina Caligiani
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