"Unchildren: infanzia negata" è la mostra itinerante di Stefania Spanò di denuncia degli abusi sui bambini
Unchildren: infanzia negata – E’ la mostra itinerante di Stefania Spanò, in arte Anarkikka. Unchildren: infanzia negata vuole essere una denuncia degli abusi e dei maltrattamenti di cui sono vittima i bambini in diverse parti del mondo attraverso una serie di tavole dai disegni fortemente stilizzati, accompagnati da brevi didascalie di Francesca De Lena (qui il video di presentazione). Per ora i disegni sono stati esposti, a partire dal 2009, a Milano a Palazzo Marino, a Roma nella Sala Santa Rita, a Genova nel Palazzo Ducale e persino a Bruxelles nella Sala Conferenze della CE. Ma adesso il progetto è un altro: portare Unchildren direttamente nelle scuole, sensibilizzare i bambini sul tema, ponendoli a contatto con realtà differenti dalla loro.
La mostra – Quello di Stefania Spanò è un lavoro di forte denuncia sociale. Infatti, attraverso diciassette tavole che riprendono abusi subiti dai bambini in altrettanti paesi, la dichiarazione si fa strada e ha un impatto immediato sul pubblico. C’è il problema dello sfruttamento sessuale in Cambogia, dell’infibulazione in Somalia, delle spose bambine in Arabia Saudita; ma questi nomi di paesi orientali o orientaleggianti, non devono trarre in inganno, perché anche i paesi occidentali del presunto benessere per tutto e per tutti, non sono esclusi dal novero delle tavole dell’illustratrice. E così c’è anche il dramma delle “piccole miss” degli Stati Uniti o dell’essere nati in carcere in Italia. Unchildren mira a dare uno sguardo ampio alle discriminazioni di tutti i tipi di cui sono vittima i bambini. E a proclamare il loro inderogabile diritto alla felicità.
Stefania Spanò: illustrazioni e denuncia – “La mostra è a disposizione delle scuole e potrà rimanere in allestimento per una settimana. L’obiettivo è quello di aiutare i bambini e i ragazzi a conoscere e a comprendere le difficoltà, le sofferenze e le vite diverse di altri bambini e ragazzi”. Stefania Spanò, infatti, illustratrice da ormai quattro anni, ha sempre unito la sua passione per il disegno alle tematiche d’impronta sociale. Convinta che le “parole abbiano un peso”, le sue illustrazioni sono sempre corredate da didascalie e da una satira efficace. Senza categorizzazioni o pregiudizi di alcun tipo, il suo lavoro spazia. E quel che c’è d’ingiusto, lo denuncia.
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