Una regista rom al Giffoni Film Festival

Una regista rom al Giffoni Film Festival

Regista rom presenta film autobiografico al Giffoni Film Festival.

Una regista rom- Laura Halilovic, regista del film “Io rom romantica“,  è nata a Torino da una famiglia originaria della Bosnia Erzegovina arrivata in Italia nel 1980. Ha vissuto i suoi primi anni in un campo nomadi e solo in seguito si è trasferita con la famiglia nelle case popolari della periferia torinese. Parla il bosniaco e l’italiano, ma per motivi burocratici non è riuscita ad ottenere la cittadinanza italiana. Laura afferma di essersi sentita spaesata a causa del passaggio da un campo rom, in cui era libera e circondata da parenti, a un condominio, nel quale non conosceva nessuno e doveva rispettare delle regole nuove. Il rapporto con il padre era complicato: Laura, a differenza delle ragazze rom, rifiutava di sposarsi a 16 anni e amava indossare i jeans e non le lunghe gonne gitane. Per questi motivi dalla sua gente veniva vista come una gagè, termine che indica una “non-rom”. D’altra parte, i ragazzini a scuola la consideravano una zingara. L’amore per il cinema è arrivato a 8 anni, dopo aver visto Manhattan di Woody Allen. “Io, la mia famiglia rom e Woody Allen” è stato il suo primo corto trasmesso in televisione.

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Il film- “Io rom romantica” è un film autobiografico. La protagonista è Gioia, una ragazza rom che vive con la sua famiglia a Falchera, nella periferia di Torino. Gioia, così come la regista, ha un padre autoritario legato alle tradizioni gitane e rifiuta di metter su famiglia. Infine, anche Gioia finisce per appassionarsi alla macchina da presa. Laura Halilovic afferma che attraverso il suo lavoro ha la possibilità di raccontare il suo popolo e che il cinema è uno strumento in grado di abbattere la diffidenza riguardo la cultura rom. Sul set troviamo attori professionisti, come Marco Bocci, con altri alla prima esperienza scelti in un campo rom, come Claudia Ruza Djordjevic che nel film interpreta Gioia.

L’integrazione- La regista vede ancora lontana unintegrazione fra la cultura italiana e quella rom.  “Sono due mondi che non si voglio conoscere e non vogliono comunicare tra loro. Una non comunicazione che si sviluppa fin da piccoli: ‘non gioco con te perché sei zingaro’, ‘non gioco con te perché sei italiano’”. Eppure, dice, “siamo tutti uguali”.

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