Uccide la moglie e vende le figlie a stupratore: la storia di Gabi

Uccide la moglie e vende le figlie a stupratore: la storia di Gabi

Uccide la moglie e vende le tre figlie ad uomini adulti che le avrebbero violentate per anni: la storia di Gabi dallo Yemen.

Yemen: tristemente famoso per la tratta delle spose bambine. Tema quanto mai attuale alla ribalta sulle prime pagine dei giornali negli ultimi anni. Una questione di diritti umani, una questione di diritti delle donne, un’atrocità da fermare. Oggi e da qualche anno se ne parla in maniera frequente e spesso con toni morbosi, ma la storia di Gabi Gillespie è tutt’altro che recente.

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Gabi è una donna di 50 anni che è stata venduta ad un uomo molto più grande di lei dal quale ha subito violenze per 20 anni. Il padre orco uccide la madre e subito dopo vende le tre figlie. Infatti, la stessa sorte di Gabi è toccata alle sue sorelle: tre bambine vendute ad uomini adulti che le avrebbero violentate per anni. La sorella di Gabi, Issy, non ha retto alla vita atroce che le si prospettava ed alla tenera età di otto anni ha deciso di togliersi la vita piuttosto che continuare a sopravvivere accanto ad un uomo di sessanta anni. Gabi è stata più forte, ha sopportato una vita di violenze, spesso consumate sotto gli occhi dei suoi cinque figli, accanto ad uomo alcolizzato per vent’anni. Finalmente Gabi con i suoi cinque figli riesce a fuggire in Inghilterra dove trova aiuto e conforto presso una famiglia inglese, sebbene la paura di minacce e vendette da parte del padre resta in lei molto forte.

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Oggi che il padre non c’è più Gabi decide di denunciare l’accaduto. Una donna forte che ha il coraggio di raccontare la sua storia affinchè si prenda realmente coscienza del triste ed atroce destino a cui vanno incontro tante ragazze nello Yemen. Spera che la sua storia serva per sensibilizzare e afferma con forza che esistono nello Yemen ancora tante ragazze, tante bambine che hanno bisogno di aiuto: “dobbiamo prendere coscienza di ciò che accade ed aiutare queste povere ragazze”.

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