Tezenis e non solo: vetrine sessiste all’arrembaggio

Tezenis e non solo: vetrine sessiste all’arrembaggio

Una vetrina di Tezenis desta scandalo: tutto il sessismo quotidiano in un solo slip

Lo scandalo Tezenis – Siamo niente di meno che a Londra e la vetrina del negozio Tezenis in Oxford Street, unico rivenditore inglese del marchio italiano, fa scandalo. Un corpo di donna perfetto, quello del manichino (cosa che basterebbe già di per sé a dirne tante al riguardo) e, in basso, lo slip nero, con un nastro giallo con sopra la scritta “crime scene”. Il manichino e il suo abbigliamento intimo sono stati immortalati da un passante, che ha immediatamente diffuso l’immagine sul web con la didascalia: “Orrendo esempio di sessismo quotidiano”. E il nostro osservatore ha visto bene, cogliendo l’inquietante legame che c’è fra moda e violenza.

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Sessimo quotidiano – E’ ovunque: sui cartelloni pubblicitari, nelle vetrine, nei volantini pubblicitari, ma non sempre ce ne accorgiamo. Difficile sdoganare il sessismo quotidiano che, imperterrito, si diffonde e si riversa nella nostra società attraverso modelli comunicativi ormai consolidati. La vetrina di Tezenis – che, per fortuna, ha scatenato le polemiche nel web – ne è un ottimo esempio: una semplice scritta su uno slip, messa lì con noncuranza o forse con l’intento di far ridere qualcuno, richiama esplicitamente alla violenza sessuale nei confronti delle donne, associando la definizione “scena del crimine” ad una parte anatomica ben precisa –quella genitale femminile, appunto. Ma non tutti gli esempi di sessismo quotidiano sono così lampanti: a volte la discriminazione si insinua in maniera più sottile, inculcando modelli duri a morire.

Corpi di manichini – Anche i manichini possono essere sessisti: non è un novità. Non solo il modo in cui essi sono abbigliati, ma i loro stessi corpi, che rappresentano sempre di più stereotipi femminili su come dovrebbe – e non – essere il corpo di una donna. E non si tratta soltanto delle misure: a prescindere dai corpi da modelle, questi manichini sono sempre più disumanizzati. Corpi senza teste e gambe, come se per attirare l’attenzione basti solo mostrare un bel decolleté; corpi confezionati in scatole da bambole, perché in fondo tutte le donne sono delle barbie; costole che sporgono da un busto eccessivamente magro; seni e sederi incredibilmente gonfiati e irreali, che creano effetti grotteschi. Anche questa è comunicazione. Anche questa è sessista.

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    […] stereotipi e nazismo – Miss Nazi 2014 è una mistura di stereotipi sulla bellezza femminile e nazismo: bella e bionda, gambe lunghe, corpo da miss, la più apprezzata – guarda  un po’ – […]