Cyrano di Bergerac con la regia di Nicolatta Robello Bracciforti inaugura la nuova stagione 2018/2019 del Teatro Eliseo di Roma
Cyrano di Bergerac con la regia di Nicolatta Robello Bracciforti inaugura la nuova stagione 2018/2019 del Teatro Eliseo di Roma
Inaugurata la nuova stagione del Teatro Eliseo di Roma: in scena Cyrano di Bergerac con la regia di Nicoletta Robello Bracciforti
Per lo spettacolo d’inaugurazione della nuova stagione del Teatro Eliseo di Roma il direttore artistico Luca Barbareschi pensa in grande e si cimenta con uno dei capolavori del novecento: il Cyrano di Bergerac con la regia magniloquente di Nicoletta Robello Bracciforti. Il testo di Edmond Rostand dato alle stampe nel 1897 (e dunque alle soglie del novecento) è collocato in un immaginario seicento, la storia ambientata in Francia, a Parigi, narra le gesta di un personaggio realmente esistito, quel tal ‘Cirano Ercole Savignano, Signor di Bergerac che in vita sua fu tutto e non fu niente’ nella realtà dei fatti invece fu ‘astronomo, filosofo eccellente, musico, spadaccino, rimatore, del ciel viaggiatore (amante non corrisposto della luna) gran maestro di tic-tac’ autore anche del componimento drammatico ‘Agrippina’. Cyrano, colto, sensibile e attaccabrighe, la sua epopea si può transcrivere tutta nel tredicesimo capitolo del Don Chisciotte, l’uomo ama alla follia sua cugina, la bella Rossana, ma non è ricambiato, purtroppo la ragazza oltreché fare la maliziosa con il Conte De Guiche, occhieggia al giovane e bel cadetto Cristiano de Neuvillette, un sempliciotto tonto, ignavo e balordo. E da qui l’avventura amorosa che porta il terzetto verso un rovinoso destino. Uno morto in guerra per una stupida pallottola, un altra per la conseguente tragica fine del suo beneamato si rinchiude in convento e infine il protagonista del titolo riesce a confessare il suo amore solo dopo quindici anni dal tragico evento, anni trascorsi a far visita una volta a settimana alla sua beniamina, e dopo aver preso una botta in testa da un balordo, morirà in scena, in uno dei più bei canti del cigno che si possono ammirare a teatro.
Teatro Eliseo di Roma: in scena Cyrano di Bergerac con la regia di Nicoletta Robello Bracciforti
La bellezza, la poesia della commedia eroica in cinque atti in versi – che narra di un amore impossibile da parte di un uomo per una donna, un uomo che si considera un freak, un elephant man, un mostro per via di un enorme naso stampato in faccia – vive anche per la bellissima, quasi autonoma, originale traduzione che ne fece Mario Giobbe nel 1898 sulla scia del successo che, la commedia ebbe in Francia, portata alle scene dal grande Coquelin Ainé. Il traduttore qui cesella ulteriormente la parola, utilizzando a piene mani un lessico italiano, il più prezioso, passandolo al tornio. Ne viene fuori un capolavoro di poesia e liricità. Lo spettacolo visto al teatro di Via Nazionale, in scena fino al 25 novembre, è un allestimento grandioso che fonda grossa parte della sua riuscita grazie alle scene di Matteo Soltanto, una sorta di galleria di quadri – che riporta ad un’iconografia vasta che va da David Tieners a Giovanni Paolo Pannini – che si smarrisce negli alti cieli del palcoscenico. Oltre questa bellissima suggestione, la scena è costituita da elementi saliscendi interscambiabili che variamente disposti creano varie situazioni all’occorrenza. I costumi molto originali che attingono/intingono al contemporaneo pur rispettando i canoni seicenteschi sono di Silvia Bisconti. E infine una regia che mostra padronanza delle masse, in scena agiscono una ventina scarsa di interpreti (con il contributo generoso degli allievi del corso di recitazione della scuola Gian Maria Volonté) capitanati da un Luca Barbareschi in piena forma, irrefrenabile mefistofele, ha tutte le carte in regola per tenere in mano il gioco della seduzione fatta per interposta persona. Intorno a Lui un’umanità bislacca, sfiatata, sfilacciata, sbruffona e senza nerbo, una critica feroce a quel seicento tanto osannato ma che mostra nella mano di Nicoletta Robello Bracciforti, una forte crepa nel profondo suo essere fase di passaggio fra il Rinascimento e il Secolo dei Lumi; un incrinatura epocale che si mostra tutta nella scena iniziale dello spettacolo, un gran daffare per preparare il ritorno alle scene del grande attore dell’epoca: Montfleury. Una gran folla inutile che si industria a rendere lustro quel teatro che è la rappresentazione della vita, una di finzione e vuota di significato.
Cyrano di Bergerac al Teatro Eliseo di Roma
Cyrano di Bergerac di Edmond Rostand
traduzione Mario Giobbe
con Luca Barbareschi, Linda Gennari, DuilioPaciello, Thomas Trabacchi, Duccio Camerini, Massimo De Lorenzo, Valeria Angelozzi, Federica Fabiani, Alessandro Federico, Raffaele Gangale, Federico, Lepera, Gerardo Maffei, Matteo Palazzo, Carlo Ragone, Alberto Torquato, Marilena Anniballi, Francesca Antonini, Marco Cicalese, Lia Grieco, Marlon Joubert, Michele Valerio Legrottaglie, Romana Maggiora Vergano, Gelsomina Pascucci, Federica Torchietti
scene Matteo Soltanto
costumi Silvia Bisconti
musiche Arturo Annechino
adattamento e regia Nicoletta Robello Bracciforti
produzione Teatro Eliseo
Teatro Eliseo, Roma fino al 25 novembre
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