L'Unione Europea consente al Regno Unito di abolire la "tampon tax" mentre in Italia, sugli assorbenti, grava ancora l'Iva del 22%
Forse non tutti sappiamo (noi dirette interessate incluse) che il ciclo mestruale di una donna, in Italia come nel resto dell’Unione Europea, è tassato: ebbene sì, sulla vendita degli assorbenti grava, almeno nel nostro Paese, un’Iva di un bel 22%, una tassa che indica la “non essenzialità” della suddetta merce.
“TAMPON TAX NEL REGNO UNITO” – Il primo ministro inglese Cameron – prima di dire “Brexit sì Brexit no” – è riuscito a convincere la signora UE a cancellare la cosiddetta “Tampon tax” che nel Regno Unito ammontava “solo” al 5%. Tassa che faceva discutere da tempo ormai e che aveva infervorato specialmente gli animi delle donne inglesi, alle prese con manifestazioni di protesta fuori il Parlamento supportate da slogan come “Periods are not a luxury” e “No uterus no opinion”.
IL “LUSSO” DEL CICLO MESTRUALE – Ciò che proprio non va giù, infatti, è che si debba considerare il ciclo mestruale come un privilegio o un lusso per cui se compri un pacco di assorbenti è perché puoi permettertelo e non perché ne hai realmente bisogno. Evidentemente per i grandi burocrati (uomini) basterebbe avvolgere insieme delle foglie e fiori di cotone e dar loro la forma di tampone, oppure usare stracci di stoffe inutilizzate, o ancora prendere semplicemente un po’ di carta: tutti stratagemmi che le donne hanno imparato a mettere in pratica fino a qualche secolo fa. Ma appunto, si parla di secoli e progressi fa. Di progressi da lì ce ne sono stati – forse più tecnologici e meno culturali – e addirittura oggi c’è chi ha pensato di regalare alle donne non solo l’assorbenza delle perdite ma anche il sollievo dai terribili – e per molte, lancinanti – dolori legati al ciclo mestruale, con l’invenzione di un tampone alla cannabis che potrebbe rappresentare un’efficace risposta e alternativa naturale a tutte coloro che soffrono di dismenorrea.
E IN ITALIA? – Possibile, il partito di recente formazione di Giuseppe Civati, ha depositato in Parlamento il progetto di legge per far rientrare assorbenti e tamponi vaginali nella categoria di beni di prima necessità e per ridurre – sia chiaro non abolire – l’Iva dal 22% al 4%. C’è chi dice che per quanti problemi ha l’Italia, questo non sarà di certo per molto tempo all’ordine del giorno; c’è da capire un’altra cosa invece: non si tratta di un capriccio da soddisfare, ma di un cambiamento culturale da apportare e l’Italia di questo se ne deve fare un problema.
Come se a “ripararci” da quelle perdite mensili bastasse davvero un po’ di carta; come se quelle perdite mensili non fossero essenziali.
(photocredit: eldiario.es)
Stefania Severini
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