La Compagnia Habitans vincitrice della residenza Pillole al Teatro Studio Uno presenta il proprio lavoro in scena fino al 26 febbraio Surgelami. Un alchemico e funambolico viaggio all'interno della coppia.
Da sempre, fin da quando fu inventato il potente elettro-domestico che custodisce i nostri desideri più prelibati, c’è una fascinazione letteraria barra artistica, circa la possibilità di poter sospendere nel tempo quel deterioramento inevitabile di qualcosa o qualcuno cui teniamo e che vorremmo degustare senza avere la fretta di consumare tutto e subito. Un’inderogabile reazione di un epoca consumistica di cui siamo vittime e principalmente artefici. Viene in mente assistendo a Surgelami, messo in scena dalla compagnia Habitas al Teatro Studio Uno, il teatro off che da tempo si è insediato nel quartiere di Torpignattara di Roma, e che da sempre buoni frutti – lo spettacolo nasce per l’appunto da una residenza, Pillole, che ha visto originarsi dal nulla questo curioso groviglio di intrecci – viene in mente, un ricordo e un rimpianto, quello di Anna Cappelli di Annibale Ruccello, l’atto unico del drammaturgo stabiese in cui una donna, la protagonista, per amore congela e si nutre del suo amore che ha deciso di abbandonarla. Anche qui a voler cercare una trama fra le tante, tantissime digressioni, riusciamo a percepire un filo debole del racconto: una giovane coppia (ma perché le coppie devono essere sempre giovani?) occupa una casa vuota, unico elemento d’arredo evidentemente un lascito dei precedenti conduttori, un frigidaire d’epoca, la giovane donna ne vorrebbe un altro più funzionale, più moderno nonostante apprezzi il valore simbolico di quello vecchio ma il giovane uomo non è del tutto d’accordo.
Finiranno per rimandare, congelare, esautorare quel loro giovane e inesperto amore, se vogliono sopravvivere ad esso, in tempi più maturi richiudendosi volontariamente in quel sarcofago/tomba/totem unico elemento scenico, a conclusione dell’abbondante durata della pièce. La dramaturg Rosalinda Conti affonda le mani in tutto quello cui ha potuto e come in un Big Brother anche il pubblico, nel blu dipinto di blu, più volte chiamato a partecipare, diventando suo malgrado co-autore dello spettacolo, Nei percorsi formativi e atletici degli attori che interagiscono in scena, la coppia di cui si diceva è ulteriormente sdoppiata in formule sempre dissimili, e i quattro interpreti sono interscambiabili, gli infaticabili, generosi e timidamente incauti sono Chiara Aquaro, Chiara Della Rossa, Armando Quaranta, Simone Ruggiero. La regia dal canto suo fa della cifra didattica una sorta di grammatica teatrale, esercizi di arte scenica che diventano essi stessi materiale formativo e drammaturgico, un po’ come accadeva per Emma Dante nel recente saggio/spettacolo visto all’Argentina con i suoi allievi di Palermo. Niccolò Matcovich utilizza tutte le possibilità espressive e scolastiche anche se alla lunga sorge l’esigenza di un affondo più cruento, più feroce poiché se questa vuole essere un’operazione di demistificazione della coppia come luogo ove avvengono i peggiori crimini e nascono le migliori ossessioni, per andare a riscrivere nuove regole e/o indicazioni di convivenza, nei valori e nei linguaggi, allora si esorta meno esercizio funambolico e più concretezza.
SURGELAMI dramaturg Rosalinda Conti
con Chiara Aquaro, Chiara Della Rossa, Armando Quaranta, Simone Ruggiero
aiuto regia Riccardo Pieretti
regia Niccolò Matcovich
Teatro Studio Uno, Roma fino al 26 febbraio
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