Suore italiane uccise in Burundi, arriva la svolta del caso

Suore italiane uccise in Burundi, arriva la svolta del caso

Le tre suore italiane uccise volevano denunciare dei traffici illeciti del capo dei servizi segreti e perciò uccise da un sicario.

Le tre suore italiane uccise in Burundi – Sono state uccise in Burundi tra il 7 e l’8 settembre scorso le tre suore saveriane Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian. L’agghiacciante caso era rimasto irrisolto. Molto i dubbi a riguardo e apparentemente nessuna pista solida che spiegasse i feroci omicidi. Tutte e tre le suore erano state stuprate prima di essere uccise e ad una era stata tagliata la testa. Inizialmente si pensava ad una rapina finita in tragedia come movente degli omicidi, ma la presenza di tutti gli oggetti di valore nel convento aveva fatto cadere l’ipotesi. Nei giorni immediatamente successivi  tre persone erano state poste in stato di fermo.

suore italiane uccise                                (foto: ANSA/SANDRO CAPATTI)

Uccise da un sicario – La svolta del caso delle tre suore uccise sembra essere arrivata. Olga Raschietti, Lucia Pulici e Berdardetta Boggian sarebbero state uccise da un commando dei servizi segreti del Burundi. A raccontarlo a Radio Publique Africaine è una fonte rimasta anonima. L’uomo, anch’egli membro del commando, spiega che l’esecutore è un sicario e avrebbe agito per denaro. Ciascuno dei coinvolti nell’omicidio delle tre missionarie avrebbe ricevuto una somma di 14mila euro. I brutali assassinii sarebbero la conseguenza del fatto che le tre sorelle erano a conoscenza di alcuni traffici illeciti del capo dei servizi segreti Adolphe Nshimirimana.

Il movente dell’omicidio – L’uomo, proprietario di un ospedale a Kamenge (comune situato nella provincia di Bujumbura), avrebbe aggirato delle tasse doganali sui farmaci facendoli passare come medicinali destinati alla parrocchia delle tre suore. Non finisce qui: Adolphe Nshimirimana sarebbe anche responsabile di importazione illegale di minerali dal Congo, trasportati con i mezzi di proprietà della comunità religiosa Guido Maria Conforti. Bernardetta Boggian era lei stessa testimone di alcuni crimini e con le altre due consorelle sarebbe stata pronta a denunciare il fatto alle autorità, perciò sarebbe partito l’ordine di far uccidere le tre suore saveriane.

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