La stregoneria è il dramma che attanaglia la Papua Nuova Guinea.
La stregoneria oggi – Una donna è stata accusata di stregoneria in Papua Nuova Guinea alcuni giorni dopo la morte di suo figlio. Un gruppo di uomini armati di coltelli ha legato Dini Korul, questo è il nome della donna accusata di stregoneria, l’ha torturata, violentata ripetutamente e inciso la sua pelle con una lama. “Mi presero a pugni, mi spogliarono completamente e mi legarono con delle corde. Poi accesero un grande fuoco e riscaldarono un coltello”, ricorda la donna. Quando è successo tutto questo? Nel 2015. L’Onu testimonia migliaia di casi all’anno di donne stuprate, impiccate, torturate o bruciate vive perché accusate di stregoneria.
Il dramma sociale in Nuova Guinea – In Papua Nuova Guinea è stata reintrodotta la pena di morte per proteggere le donne accusate di stregoneria ma il dramma non è cambiato. Nell’arcipelago si crede, infatti, che molte morti causate dalle malattie siano in realtà opera di sortilegi di streghe. “La crescente frequenza di attacchi e di uccisioni di persone accusate di stregoneria” sostiene l’Onu (leggi qui gli studi Onu), è utilizzata come scusa per giustificare la violenza contro le donne. Amnesty International (qui il video di “stop alla tortura”) sostiene che le misure adottate dal governo non siano sufficienti per garantire la tutela delle donne e delle bambine. “La maggior parte delle donne in Papua Nuova Guinea sarà vittima di stupri o violenze nell’arco della sua vita, e il governo non riesce a garantire nessuna giustizia per le vittime” ha rilasciato E.Pearson, direttrice australiana di Human Rights Watch.
I crimini commessi – Il filo conduttore fra le accuse di stregoneria è senza dubbio la brutalità: nel 2013 una ragazza di vent’anni è stata bruciata viva; due donne anziane, dopo essere state torturate per giorni, sono state decapitate; nel 2014 un gruppo di uomini si è scagliato su alcune donne accusate di stregoneria uccidendo 4 ragazze e due bambine. “Le presunte streghe sono vittime di abusi orrendi e lo stigma colpisce anche i loro figli. Ho visto bambini isolati dalle comunità, abbandonati e discriminati. Conosco bene questa sofferenza ed è per questo che voglio aiutarle” racconta un’attivista che cerca di proteggere queste donne.
COMMENTI
Impressionante! Donne, ragazze, mamme, figlie…..stiamo con gli orecchi aperti, con la mente aperta…..i diritti fondamentali dell’uomo e della donna vanno garantiti in Italia, in Europa, e con occhio “colonizzatore” al resto del mondo. Ma si parte da qui. Il primo diritto è non subire violenza fra le mura domestiche, sul posto di lavoro, a scuola….Non lasciamo ledere i nostri diritti fondamentali. Facciamoci aiutare, denunciamo la violenza!