Starbucks: ecco il perché dei nomi scritti male

Starbucks: ecco il perché dei nomi scritti male

Ecco perché Starbucks sbaglia a scrivere i nomi dei clienti.

I nomi sbagliati da Starbucks- Starbucks è una grande catena internazionale di caffetterie, che offre caffè, prodotti di pasticceria e dessert. In Italia non è presente, e a riguardo Howard Schultz, presidente e AD della società, ha spiegato perché: “Agli italiani non piacciono le tazze di plastica, poiché essi non considerano neanche la possibilità di prendere il caffè fuori dal bar, bevendoselo mentre camminano o guidano”. Eppure, molti clienti hanno riscontrato un insolito difetto nel servizio di Starbucks: i ragazzi che lavorano lì sbagliano sempre a scrivere i nomi dei clienti sulle loro tazze di caffè. Jessica viene scritto “Gessika”, Paul diventa “Pole”, Frank si trasforma in “Franque”, e così via, lasciando i clienti perplessi. Una errore può sempre capitare, ma quando la presunta svista si ripete puntualmente allora c’è qualcosa di sospetto. A svelare il mistero è Paul Gale, un comico americano.

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Il video di Paul- Paul Gale, in un video parodia ci spiega il perché dei nomi scritti in maniera errata sulle tazze di Starbucks. Paul si finge barista e spiega che l’errore è intenzionale. “Vi sto prendendo in giro, sbaglio a scrivere il vostro nome di proposito, per confondervi e irritarvi. È la parte migliore del mio lavoro, e non ho intenzione di fermarmi. Quando io scrivo Jessika, invece di Jessica, tu fai una foto alla tazza, la posti su Instagram e Twitter, ed ecco che diventa virale”. Tutto questo si rivela essere una grandissima operazione di marketing.

Commenti- Dopo aver visto il video di Paul Gale, ecco alcuni commenti degli utenti di You Tube: “Io mi chiamo Oscar, sono salvo?”. “Furbo Starbucks, molto furbo”. “Da noi Starbucks non c’è, quindi non abbiamo questo problema”. “John o Jon?”. C’è poi chi sfida i baristi di Starbucks: “Ciao, il mio nome è Kananinoheaokuuhomeopuukaimanaalohilo, ora vediamo che vi inventate per scriverlo male!”.

COMMENTI

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    […] guerra, morte, distruzione all’occidente, agli USA, al Papa. Account Facebook, profili su Twitter, magazine con grafica assolutamente moderna: sono queste le armi del terrorismo dell’ISIS, un […]