Ieri Roma è stata teatro di una manifestazione, un centinaia di persone hanno marciato fino a Montecitorio, paralizzato il traffico della capitale, organizzato sit in e cercato di irrompere alla Camera. I manifestanti hanno provato a forzare il cordone di polizia posto a protezione di Montecitorio. Non ci sono riusciti. E allora si sono sdraiati per terra. Stiamo parlando del corteo Pro Stamina
Voler Vivere – Ieri Roma è stata teatro di una manifestazione, un centinaia di persone hanno marciato fino a Montecitorio, paralizzato il traffico della capitale, organizzato sit in e cercato di irrompere alla Camera. I manifestanti hanno provato a forzare il cordone di polizia posto a protezione di Montecitorio. Non ci sono riusciti. E allora si sono sdraiati per terra. Stiamo parlando del corteo Pro Stamina, stiamo parlando di malati, di familiari e amici, di cittadini sensibilizzati al diritto alla cura.
Tutto ciò poiché la sperimentazione con le staminali del professor Vannoni, presidente della Stamina Foundation, è stata bloccata da Beatrice Lorenzin, ministro della Salute perché ritenuto privo di validità scientifica.
Il diritto alla cura – La tensione dilaga mentre i malati in piazza urlano frustrati il loro dolore: “Vergogna! Vogliamo solo curarci”. Ma la manifestazione non riguarda solo chi è ammalato, guardando quella piazza si intuisce che l’Italia intera appare perplessa riguardo a una decisione che non lascia scampo e che non pare curarsi dei risultati positivi ottenuti.
Vannoni, vicino ai suoi pazienti, dichiara: “Oggi c’è rabbia, perché molte delle persone in piazza combattono ogni giorno contro la morte chiedono un decreto d’urgenza e lo sblocco delle liste d’attesa a Brescia, dove da giugno è stato fatto un solo nuovo carotaggio“.
Quella piazza si sente presa in giro, se non addirittura totalmente ignorata, è questo che urlano quei corpi distesi a terra. Ieri era pronto un incontro con le istituzioni, ma all’ultimo minuto pare che il ministero abbia deciso di escludere Vannoni da questo colloquio, figura assolutamente indispensabile in questo dialogo.
“Senza Vannoni non incontriamo le istituzioni, ricominciamo la nostra protesta“
Questo il responso della piazza, che si sente tradita e umiliata da questi incomprensibili e altalenanti atteggiamenti.
Macchiati di sangue – Ed è questa collera a muovere Sandro e Marco, i fratelli Biviano : ‘’Moriremo davanti a Montecitorio’’. Esausti ma rabbiosi versano il loro sangue su tre foto. Quella di Giorgio Napolitano, di Enrico Letta e di Beatrice Lorenzin, i tre interlocutori istituzionali che hanno deciso che la loro morte sia inevitabile, e che per loro lottare sia vano.
Vannoni accusa le istituzioni di non aver esaminato le cartelle cliniche dei pazienti sottoposti alla cura e di aver preso una decisione a priori, decretando cosi la fine della sperimentazione e della speranza.
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