Stalking, un libro già letto

Il caso della giovane Denise uccisa nel trevigiano il 17 aprile è solo l’ultimo capitolo di un libro nero che si aggiorna e cresce con sempre maggiore frequenza e che racconta di una realtà triste, macchiata da un problema serio: lo stalking.

Il caso della giovane Denise uccisa nel trevigiano il 17 aprile è solo l’ultimo capitolo di un libro nero che si aggiorna e cresce con sempre maggiore frequenza e che racconta di una realtà triste, macchiata da un problema serio: lo stalking. Si parla e si scrive di situazioni e contesti quasi surreali, che sembrano lontani anni luce ma che sono in realtà all’ordine del giorno in una società dove sembra si sia perso il senso della misura, la ragione, l’umanità.

stalkingStalking, una triste realtà nella società moderna – Lo stalking, i maltrattamenti e i crimini che riempiono le pagine di cronaca nera dei giornali sono dei tasti dolenti per il nostro Paese, che svetta nella macabra classifica stilata dall’Osservatorio Nazionale Stalking del 2012: l’Italia è infatti il paese occidentale che nel 2012 ha visto più omicidi, attestandosi sulla quota di 90 donne, assassinate per gelosia, per una coppia scoppiata o per un eccesso di possessività e aggressività. Un altro dato preoccupante lo sottolinea lo stesso O.N.S: il 15% delle molestie sfociate in delitto erano state precedentemente segnalate alle autorità. A cosa servono dunque le pubblicità-progresso, gli appelli alle vittime di associazioni e movimenti femministi a farsi avanti, le incitazioni ad uscire dall’oscurità e trovare il coraggio di denunciare i propri aggressori se poi non c’è nessuno che ascolta, nessuno che pensa che prevenire sia meglio che curare? Certo, questa è probabilmente una generalizzazione azzardata, non è detto che nella maggior parte dei casi  le vittime di stalking non siano tutelate dalla legge e dalle autorità competenti. Ma, neanche a dirlo, la stessa Denise aveva fatto appello ai carabinieri, segnalando il comportamento aggressivo del suo ex-compagno (Matteo) e le minacce guidate dall’ossessione che quest’ultimo le aveva rivolto. A questo punto si apre giustamente un dibattito: a che cosa servirebbe un inasprimento delle pene se chi compie il reato non agisce in modo razionale ma pretende soltanto la completa sottomissione della vittima designata ai suoi desideri? Pene più severe non rappresenterebbero un deterrente efficace per chi ha in mente di suicidarsi.

Quali soluzioni? – Quale potrebbe essere una soluzione efficacie contro questo fenomeno, lo stalking appunto, che sfocia sempre più spesso in violenza indiscriminata? Assistenza psicologica alla vittima e al persecutore, protezione legale, reti sociali, educazione sentimentale: sono i rimedi plausibili utilizzati per queste situazioni drammatiche, ma probabilmente non si può individuare un metodo sistematico, un deterrente infallibile, questo perché la mente umana è imprevedibile, ha milioni di sfaccettature e, purtroppo, dispone di migliaia di modi per nuocere.

Mirko Malgieri

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