Spot su persone down censurato in Francia

Spot su persone down censurato in Francia

TV francese censura spot su sindrome di Down.

Lo spot censurato- Per la giornata mondiale sulla sindrome di Down del 21 marzo è stata lanciata la campagna di sensibilizzazione #DearFutureMom (Cara Futura Mamma), con la realizzazione di uno spot molto toccante, diretto da Luca Lucini, realizzato in collaborazione con l’agenzia pubblicitaria Saatchi & Saatchi. La campagna di sensibilizzazione è stata promossa dal Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down (CoorDown), e lo spot è stato anche premiato al Festival di Cannes e diffuso dall’ONU, ottenendo 5 milioni di visualizzazioni su You Tube. Nel video compaiono quattordici attori con sindrome di Down che rassicurano una futura mamma sulla vita che la aspetterà con un bambino affetto dalla stessa sindrome. Ciascuno nella propria lingua, inglese, francese, spagnolo, italiano, dice alla futura mamma di non avere paura, perché suo figlio sarà in grado di fare tantissime cose, in primis volerle bene.

spot

La TV francese- Il 26 luglio il Consiglio superiore per l’audiovisivo (Csa), il massimo organismo di sorveglianza del settore, è intervenuto contro i canali TV che hanno trasmesso lo spot di #DearFutureMom. Il Consiglio ha sostenuto che il filmato “benché diffuso a titolo gratuito, non può essere guardato come un messaggio d’interesse generale. Indirizzandosi a una futura madre, sembra avere una finalità ambigua e può non suscitare un’adesione spontanea e consensuale”. In seguito alle critiche scatenatesi in seguito alla censura, il Consiglio è stato costretto a fornire altre giustificazioni per la sua decisione, sostenendo che “è sconveniente disturbare le coscienze delle donne che nel rispetto della legge hanno fatto scelte diverse di vita personale”. Le polemiche restano.

Le reazioni- Elisa Orlandini, medico del comitato CoorDown, assicura che la campagna di sensibilizzazione non vuole giudicare nessuno e che non ha nessun intento anti abortista, infatti è stata anche appoggiata e diffusa da associazioni laiche. La Orlandini afferma che il comitato non è contrario alla diagnosi prenatale, che anzi dovrebbe essere sempre più accurata in modo che le persone abbiano la possibilità di fare una scelta più libera possibile. Martina Fuga, mamma di Emma, la bambina che apre il filmato, pone una domanda: “Loro proteggono soltanto i genitori che hanno fatto altre scelte. Ma perché non ci permettono di dire che noi stiamo bene?”.

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