Come vi comportate se vi capita di trovare un animale ferito randagio per strada?Sapreste a chi rivolgervi e cosa fare?Ecco tutte le contraddizioni del caso
Abbandono e randagismo – L’ abbandono degli animali è un fenomeno ignobile, che tutti gli amanti degli animali, ma non solo, chiunque presenti umanità e un minimo di senso civico disprezza e combatte. Con l’avvento dell’estate la televisione e le strade si riempiono di cartelloni e pubblicità contro l’abbandono degli animali. Durante il periodo invernale l’argomento non viene trattato, sparisce sepolto dai fatti di cronaca.
Ultimamente mi è capitato di vivere personalmente la questione incontrando non poche contraddizioni nella presunta lotta all’abbandono e tutela dei randagi, portata avanti dalle istituzioni. La questione è molto semplice: cosa succede a un cittadino che trova un animale ferito e abbandonato per strada, e che mosso da senso civico lo porta dal veterinario per prestargli il primo soccorso?
Piccoli paradossi quotidiani – Pochi giorni fa ho trovato una gattina rimasta bloccata per giorni in una terrazza condominiale, era infreddolita e disidratata, senza chip, tatuaggio (non obbligatorio per i gatti) o medaglietta. Tutto suggeriva fosse una randagia, smarritasi e rimasta intrappolata. Ho provato a portare la gatta dal veterinario, ma le sue condizioni di salute non me l’hanno permesso così è dovuta venire la dottoressa personalmente per poi portarla nel suo studio per somministrarle la flebo e visitarla. La gattina, nonostante le cure ricevute, non è riuscita a sopravvivere, è stata avvelenata. La veterinaria mi ha addebitato il costo della chiamata, delle cure e dello smaltimento del cadavere del povero animale, nonostante fosse randagia e quindi non di mio possesso.
Etica e responsabilità – La questione è, come si può presumere che un cittadino qualsiasi fornisca aiuto a un animale ferito se i costi delle cure, non proprio irrisori, gli verranno addebitati? Come può una regola del genere vivere in sintonia con la lotta al fenomeno dell’abbandono? I cani e gatti abbandonati muoiono quasi tutti investiti da automobili, e disincentivare i cittadini al soccorso di questi animali li condanna a morte certa. Ritengo sia giusto che il mancato intervento sia perseguibile penalmente, come è, ma non che il soccorso comporti ingenti spese per chi agisce doverosamente.
In un primo momento ho creduto che ci fosse un problema di comunicazione o disinformazione, non credevo che per legge la situazione potesse essere questa. Quindi mi sono informata, l’ ANMVI, Associazione nazionale medici veterinari italiani che, nel rispetto del ”Decreto attuativo che regolamenta l’obbligo di prestare soccorso agli animali feriti” entrato in vigore nel 2012, afferma: ” non è prevista nessuna forma di partecipazione alla spesa da parte del Servizio Sanitario Nazionale, fatte salve le situazioni in cui la struttura veterinaria pubblica o privata disponga diversamente. L’onere è, in via generale, a carico del soccorritore ”.
Senza padrone – C’è ancora molta confusione al riguardo, oltre che alle esplicite contraddizioni d’intenti. Nel caso trovassimo un animale in difficoltà, dovremmo rivolgerci al Servizio Veterinario della ASL di competenza territoriale, il quale deve avere reperibilità anche notturna e festiva ed è obbligato a intervenire per il ritiro dell’animale non di proprietà. Secondo l’ articolo 18 del Codice Deontologico della categoria: “Il Medico Veterinario ha l´obbligo, nei casi di urgenza ai quali è presente, di prestare le prime cure agli animali nella misura delle sue capacità e rapportate allo specifico contesto, eventualmente anche solo attivandosi per assicurare ogni specifica e adeguata assistenza”. Deontologicamente parlando non si ritiene che il soccorso a un animale senza padrone debba essere gratuito, ci si rimette alla coscienza e alle tasche dei privati cittadini.
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