Sibilla Aleramo, Una donna: manifesto femminista di un lungo cammino non ancora concluso

Sibilla Aleramo, Una donna: manifesto femminista di un lungo cammino non ancora concluso

Recensione del libro di Sibilla Aleramo dal titolo Una donna. Un manifesto femminista di un percorso non ancora compiuto

“Per la prima volta sentivo intera la mia indipendenza morale, mentre a Roma avevo conservato, in fondo qualche scrupolo nell’affermarmi libera sciolta d’ogni obbligo verso colui al quale la legge mi legava: temevo allora che qualche altro sentimento vi contribuisse. Ora mi sentivo completamente calma.”

Sibilla Aleramo Una donnaRina Faccio, in arte Sibilla – Lentamente scivola così Sibilla Aleramo, o sarebbe meglio dire Rina Faccio, alla fine del suo romanzo, in un sentimento misto tra paure e tempeste di passioni. Non vorrei soffermarmi sulla trama, spero più che altro questo possa essere il punto di inizio di una lettura di grande valore. L’includere lo scritto nella categoria del Romanzo non è propriamente corretto, attesa la grande somiglianza tra le vicende d’inchiostro e quelle di vita. Ed è proprio dentro la vista di questa Donna che vorrei accompagnarvi per lasciarvi almeno qualche emozione: un insieme di gioie e sofferenze, in un andirivieni di amori e di passioni che pian piano si sciolgono in dolori fino al punto ultimo, quello della fuga con il non poco noto Dino Campana. La piccola Rina nasce ad Alessandria nel 1876, vive dapprima a Milano per poi essere “trapiantata” nelle Marche, dove il padre gestisce un’azienda locale. Già lì all’età di dodici anni circa emerge la disapprovazione della piccola nei confronti dei costumi restrittivi del tempo e la voglia di eguaglianza, forse mai raggiunta ma da sempre ricercata. Da quel momento in poi, con una slavina di eventi, iniziano i primi intrecci di relazioni, anche omosessuali, e quell’esplosione caratteriale fatta di femminismo, nel senso più puro e primo del termine. Da qui al successo la strada è breve, mi verrebbe quasi da dire già realizzata.

La libertà è donna – Se leggessimo più attentamente le parole riportate sopra potremmo volgere lo sguardo a un quadro completo di quanta carica critica avesse intessuto l’autrice nel Romanzo/Autobiografia: il fatto che sia legata, la donna in questione, all’uomo per legge è sintomo di due cose, in primis l’inesistenza dell’Istituto del Divorzio (come sappiamo introdotto nel con l. n° 898/1970 nonostante l’opposizione dell’allora DC), ma non solo, in quanto il matrimonio con l’uomo in questione proveniva da uno stupro, da una violenza da lui procuratale, e che era di fatto un Matrimonio Riparatore previsto dal codice penale vigente all’art. 544 c.p. (abrogato solamente con l. n° 442/1981). Praticamente, dopo essere rimasta incinta a seguito di una violenza sessuale effettiva, lo stupratore poteva porre rimedio a ciò sposando la donna. L’immagine che almeno da queste piccole battute ci balza agli occhi finisce per ribadirci una condizione di estrema sudditanza e subordinazione della donna. Non si smentisce il vecchio concetto latino secondo cui la donna dovesse essere tacita muta. Ma Sibilla non si ferma qui e colpisce duramente in altro senso, tratta un tratto distintivo che, se oggi ci appare quasi normale, naturale non era allora: rivendica e afferma lindipendenza morale. Distrugge i canoni dell’epoca, li erode, li seppellisce chiedendo di fatto di non essere considerata alla stregua di una cosa, annuncia con grande calma e sottile amore la sua voglia ormai soddisfatta di essere libera.

Tra riscatto e restrizioni – Queste brevi righe sono, evidentemente, parte di un progetto vomitato su carta di una voglia, veramente di carattere femminile, per il riscatto sociale e, come ho cercato di trasmettervi, morale. È per questo che non credo sia riducibile l’opera a un semplice romanzo, ma forse nemmeno ad un’autobiografia, bensì più correttamente, come già stato notato da molti autori, il Manifesto italiano del femminismo.  Rimane da chiederci se realmente la società civile ha permesso che la donna si riappropriasse dell’uguaglianza e in che modo. Ma prima vi lascio alla lettura di questo meraviglioso scritto, così lontano nel tempo, ma così, purtroppo, vicino a noi nella vita.

Lorenzo Serafinelli

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