Una partita a burraco è occasione di scontro fra due amiche di vecchia data, che 'spogliandosi' di tutte le convenzioni riescono a dirsi finalmente molte verità!
Dopo aver debuttato il 2 marzo 2013 al Teatro Palladium di Roma nella rassegna Nuove Drammaturgie in Scena a cura di Rodolfo di Giammarco nell’ambito de La provincia in Scena 2012/2013, un progetto di ATCL Lazio e Provincia di Roma in collaborazione con RomaEuropa Festival e Università Roma Tre ritorna di nuovo in scena a Roma al Teatro Argot fino al 22 Febbraio PELI il testo di Carlotta Corradi con la regia di Veronica Cruciani.
Fin da allora lo spettacolo aveva mostrato il suo grande valore e lo matura nel tempo, i due interpreti risultano più appassionati e fra gli angoli del testo si scorge ancora qualche significato recondito.
Ecco la storia. Un quartetto di amiche si incontra il giovedì per farsi una partitina di burraco e bersi in armonia e lontane dagli uomini una tazza di thè earl grey, ma stavolta il caso vuole (?) che si ritrovano le due più amiche, Melania e Rossella, entrambe rimaste vedove, legate da affetti che vanno in là nel tempo. La partita ha inizio e mano a mano che procede con la solita fortuna di una e la sfiga dell’altra, tra una pinella e un jolly, le due amiche innescano un gioco al massacro, per svelarsi cose mai dette o mai confessate, tipo barattare il proprio alcolismo con la rivelazione dell’omosessualità del figlio dell’altra, e come sempre accade fra persone che in fondo si vogliono bene lo scontro porta inevitabilmente al riavvicinamento e al desiderio di darsi un’altra opportunità di pacifico affiatamento.
Il testo è strutturato in maniera molto sapiente ed arguta con un meccanismo ferreo e per quanto parlottio ci possa essere mantiene sempre una costante di attenzione nello spettatore, per tutta l’ora della durata dello spettacolo, costruito quasi come un giallo ha qualche strana parentela con Le Mamme di Carlo Terron, anche lì c’erano due mamme terrificanti, mascoline, esagerate e tracotanti, che devono fare i conti col loro invecchiare, il rapporto con gli uomini e la relazione discordante con i figli ormai adulti.
Veronica Cruciani nell’affrontare la messinscena dell’intricato testo eleva lo scontro fra le due donne ad eroine di teatro elisabettiano nel quale era uso che ad interpretare i ruoli femminili erano attori in giovane età e di belle fattezze, qui invece ritroviamo i vigorosi e nerboruti Alex Cendron e Alessandro Riceci, che dapprima son signore impeccabili e formali, assolutamente disinvolti su tacchi di dieci centimetri o nei loro tailleur, ma poi nello scontro e nel violento e graduale ‘denudamento’ mostrano senza nulla tradire il sesso da loro finto, tutta la loro mascolinità, per poi durante ardito contatto fisico simulare una penetrazione sodomita.
Una seduta psicanalitica a tutti gli effetti quindi scandita da un diapason musicale (musiche di Paolo Coletta) con arredamento in design made in Sweden e con traduzione simultanea in inglese con titoli in sovrimpressione sulla parte di fondo proprio come accadeva in Lezione di inglese di Fabio Mauri.
PELI. “Comunque servono i peli. Servono a renderti brutto. Servono ad essere veri., anche se ti fanno brutto” Chi ne è sprovvisto come i figli di queste signore o i giovani amanti di qualche loro amica non sono ancora uomini ma chi ne ha come questi due insoliti interpreti unisce la forza dell’uomo alla dolcezza della donna per un abbraccio virile riconciliatore ed un sonno che cancella ogni incomprensione ed amarezza.
Mario Di Calo
PELI
di Carlotta Corradi
regia: Veronica Cruciani
luci: Gianni Staropoli
con: Alex Cendron, Alessandro Riceci
scene e costumi: Barbara Bessi
musiche: Paolo Coletta
produzione Quattroquinte
Teatro Argot, Roma
fino al 22 febbraio
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