shopping compulsivo: quando gli acquisti diventano un’ossessione

shopping compulsivo: quando gli acquisti diventano un’ossessione

Come le sostanze stupefacenti anche i comportamenti particolarmente gratificanti possono creare dipendenza: shopping compulsivo.

Abiti, scarpe, accessori, cosmetici, quelli che potrebbero sembrare dei semplici oggetti che ognuno di noi utilizza quotidianamente, per alcuni rappresentano una vera e propria droga, una dipendenza che porta serie e gravi conseguenze. Lo shopping, infatti, al pari di una sostanza stupefacente può provocare dipendenza. Le dipendenze hanno il merito di rispondere a bisogni profondamente umani, fungendo da ricompensa psicologica, ricreativa e strumentale. I comportamenti compulsivi divengono abituali e funzionali sostituti che soddisfano una vasta gamma di bisogni umani. Si possono verificare reazioni di dipendenza nei confronti di esperienze e sensazioni provocate da qualcosa che viene agito e dunque non solo ingerito.  È il perpetuarsi di un comportamento guidato da un urgente, spesso potente e persistente impulso a comprare qualcosa qui e ora senza che se ne necessiti. Lo shopping compulsivo, può essere definito come la perdita del controllo degli impulsi, che evolve in un pattern ripetitivo determinante conseguenze, tavolta, severe. L’individuo non può vedere inizialmente il comportamento come un problema ma, come un sollievo immediato da ansia e stress emotivo e come fonte di gratificazione personale: questa apparente ricompensa iniziale rinforza il comportamento determinando, poi, processi compulsivi e ripetitivi.

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Lo shopping compulsivo va concepito come tipo di dipendenza che poggia le basi sui grandi cambiamenti economici, sociali e culturali degli ultimi anni, cambiamenti che stanno modificando il comportamento del consumatore nel mondo occidentale. Gli individui hanno a disposizione più denaro e con la carta di credito l’illusione di averne a disposizione illimitato. I beni materiali denotano uno status sociale ed un benessere psichico: viviamo in una cultura di consumo competitivo, in cui si tende ad identificare la felicità con i beni posseduti. Nella vita di tutti i giorni il consumo è ormai considerato un comportamento rituale essenziale, pervasivo e onnipresente. L’azione rituale è considerata intrinsecamente gratificante: i rituali coinvolgono emozioni e aspirazioni e sono arricchiti di significati simbolici. Da qui può derivare il potenziale patogeno dell’attività di acquisto, dalla ricchezza simbolica attribuibile agli oggetti del mercato dai bisogni individuali. Hollander (psicologo statunitense), infatti, sostiene che noi indossiamo i vestiti per le stesse ragioni per cui parliamo: per rendere la vita e il lavoro più semplici e confortevoli, per affermare o camuffare la nostra identità e per attrarre sessualmente.

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Shopping compulsivo: problema tutto al femminile? Si tende a considerare lo shopping compulsivo come una tipica problematica femminile e si ritiene che la media dei consumatori compulsivi siano più giovani rispetto alla media dei normali consumatori. L’età media di insorgenza del problema si colloca intorno ai 20 anni, ma la presa di coscienza di avere un problema arriva circa un decennio dopo l’insorgenza. Si tende a considerare lo shopping compulsivo come una tipica problematica femminile e si ritiene che la media dei consumatori compulsivi siano più giovani rispetto alla media dei normali consumatori. Se è vero che lo shopping compulsivo non è una problematica soltanto femminile è vero anche che esistono differenze di genere negli acquisti: le donne acquistano abiti e roba per la cura del corpo mentre gli uomini spendono di più per la propria auto. Le conseguenza economiche, in termini di debiti, e gravi conseguenze psicologiche, in termini di rimorso, bassa autostima e impatto distruttivo sulle relazioni interpersonali, si sommano, fino a determinare solitudine ed isolamento: emerge un senso di vergogna per la mancanza di autocontrollo. Paradossalmente se lo shopping compulsivo è sotteso da un forte bisogno di affetto e di sostegno dagli altri, esso stesso spinge via e allontana gli altri significati. I rimandi negativi degli rafforzano la disistima personale, rendendo l’individuo oggetto di disapprovazione, ed egli tende sempre più a isolarsi e a sfuggire in quel mondo di cui ha assolutamente bisogno.

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    […] più profonde che ti spingono verso questo shopping senza regole. (per saperne di più clicca qui: https://www.femaleworld.it/shopping-compulsivo-quando-gli-acquisti-diventano-unossessione/). In bocca al […]