Settimana della moda Milano 2013, blitz animalista anti-pellicce a Via Montenapoleone

Settimana della moda Milano 2013, blitz animalista anti-pellicce a Via Montenapoleone

In occasione della Vogue Fashion Night e della Settimana della Moda Milano 2013 donna, un gruppo di attivisti dell'associazione Animalisti Italiani ha sfilato ieri mattina in Via Montenapoleone, a Milano, per denunciare l'uccisione di animali da pelliccia da parte dei grandi marchi di abbigliamento e delle firme dell'alta moda

In occasione della Vogue Fashion Night e della Settimana della Moda Milano 2013 donna, un gruppo di attivisti dell’associazione Animalisti Italiani ha sfilato ieri mattina in Via Montenapoleone, a Milano, per denunciare l’uccisione di animali da pelliccia da parte dei grandi marchi di abbigliamento e delle firme dell’alta moda.

Settimana della moda Milano 2013, per le vie dello shopping, vestiti da animali scuoiati – Una ventina di persone si è radunata intorno a mezzogiorno davanti alla fermata della metropolitana di Via Montenapoleone ed ha inscenato una protesta coreografica: vestiti da animali scuoiati, con tute attillate di lycra color carne cosparse di macchie di sangue finto, gli attivisti hanno sfilato per la famosa via dello shopping milanese di lusso, portando con sé anche finte pellicce e peluche di volpi scuoiate.  Sulle vetrine dei negozi hanno lasciato adesivi contro le pellicce e impronte di mani insanguinate.

Animalisti Italiani: “Si alla moda, no all’uccisione di milioni di animali”“Occorrono dai 30 ai 60 animali per una pelliccia di visone, dai 180 ai 240 per una di ermellino, dai 130 ai 200 per una di cincillà, dalle 10 alle 24 volpi per una di volpe – ha spiegato Walter Caporale, il presidente di Animalisti Onlus -. Per produrre pellicce si provocano sofferenza e morte a milioni di animali allevati e a milioni di animali selvatici, ma anche randagi e domestici”. “Noi diciamo agli italiani che si può esser bellissime senza indossare pellicce. La settimana della moda è un evento importantissimo, ma non lo sono le pellicce che sono il risultato dell’uccisione di milioni di esseri viventi”, ha aggiunto Caporale. Durante l’originale sfilata, molti si sono fermati per la curiosità, altri hanno applaudito. Gli animalisti hanno preso di mira marchi dell’alta moda, che saranno protagonisti di questi giorni milanesi, come Valentino e Dolce e Gabbana, Fendi o Versace, che per primi sarebbero colpevoli di alimentare il mercato delle pellicce, tornate in auge anche nelle vetrine di Via Montenapoleone.

Non solo pellicce: i jeans “killer”. Ma non ci sono solo le pellicce: gli attivisti hanno colto l’occasione per ricordare la protesta contro il procedimento della sabbiatura, utilizzato per sbiancare i jeans e considerato illegale in molti paesi, perché provocherebbe la morte per silicosi di molti lavoratori. Lo scorso novembre, infatti, con l’appello Uccideresti per un paio di jeans?, gli stessi Animalisti si erano scagliati in particolare contro Dolce e Gabbana, che, a differenza di molti altri stilisti, non hanno bandito la sabbiatura “killer” nella produzione dei loro jeans. L’obiettivo e la speranza dell’associazione, ribadito durante il blitz di ieri, è che l’Italia e soprattutto Milano diventino leader della moda cruelty free.

 

 

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