Il caso delle studentesse incinta dopo la gita scolastica è solo un episodio di un ampio fenomeno
In Bosnia, sette studentesse incinta dopo una gita scolastica di 5 giorni – 28 giovani studentesse, tra i 13 e i 15 anni, di Banja Luka, in Bosnia, erano partite per una gita scolastica a Sarajevo, con l’obiettivo di visitare la capitale. Tuttavia al loro rientro a casa, dopo 5 giorni, alcune di loro si sono accorte di aver portato con sé un “souvenir” inatteso: infatti 7 studentesse erano rimaste incinta durante la permanenza fuori casa. Il Daily Mail riporta che la rabbia dei genitori si è riversata subito su insegnanti e accompagnatori, colpevoli di non aver vigilato abbastanza sulle figlie in gita. Il caso delle sette studentesse incinta ha acceso un forte dibattito nazionale.
Il caso delle studentesse incinta fa parte di un fenomeno molto più ampio – L’intera Bosnia è rimasta scioccata dalla notizia delle sette studentesse incinta dopo una gita scolastica, sopratutto perché questo è solo uno degli episodi più eclatanti di un fenomeno molto più ampio, diffuso ormai in tutto il Paese: la sessualità precoce. Infatti, in quest’ultimo periodo, in Bosnia il numero dei minorenni sessualmente attivi è cresciuto in maniera vertiginosa, soprattutto nella fascia d’età più giovane, tra i 13 e i 15 anni. Le sette studentesse incinta hanno provocato un grande scalpore, perché non era mai accaduto un fatto del genere nell’arco di 5 giorni e durante una gita scolastica. Tuttavia, nemmeno nel 2013 i numeri delle gravidanze indesiderate di giovanissime ragazze erano stati meno allarmanti, con 31 neo-baby-mamme registrate solo nella capitale bosniaca.
Urgente agire sull’educazione sessuale degli adolescenti – La notizia delle studentesse incinta ha creato scalpore, ma Senad Mehmedbasic, una ginecologa di Sarajevo, ha confermato l’ampiezza del preoccupante fenomeno, sottolineando come sia urgente agire sull’educazione sessuale dei ragazzi: “Non è più possibile lasciare che i ragazzi ricevano per strada le informazioni sul sesso e non a scuola o nei consultori, con queste conseguenze devastanti sulle loro vite”. Nel dibattito sulle studentesse incinta è intervenuto anche Nenad Babici, coordinatore nazionale per la salute riproduttiva della Repubblica Serba: “Sono sempre di più i bambini che cominciano ad avere rapporti sessuali all’età di 13 o 14 anni. Ma la negligenza non è degli insegnanti, è dei genitori“, conclude Nenad Babici, in merito al caso delle sette studentesse incinta, scagionando gli insegnanti dalle accuse dei genitori.
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