Sanremo 2015, il comico Angelo Pintus “Je suis Charlie”

Sanremo 2015, il comico Angelo Pintus “Je suis Charlie”

Il comico Angelo Pintus sul palco dell'Ariston ricorda la strage in Francia e dichiara "Je suis Charlie".

Sanremo 2015, Angelo Pintus porta la comicità sul palco – Tra i tanti ospiti del Festival di Sanremo 2015 non può mancare il tocco di comicità per riflettere col sorriso sull’attualità che ci appartiene. Se la prima serata ha ospitato Alessandro Siani, in questa seconda serata viene presentato sul palco Angelo Pintus. Il suo successo è stato consacrato da Colorado, trasmissione in cui dal 2009 intrattiene il pubblico con le imitazioni del telecronista Bruno Pizzul, dell’allenatore José Mourinho e del motociclista Valentino Rossi nella rubrica Sfighe, parodia del programma sportivo Sfide. Ma Angelo Pintus ha mostrato la sua comicità con lo spettacolo 50 sfumature di Pintus, e adesso, ormai navigato cabarettista e seguito da milioni di fan, propone continuamente una serie di monologhi che divertono gli spettatori di ogni età.

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Angelo Pintus e la sua comicità – “Quando ho detto a mia madre faccio Sanremo s’è messa a ridere chiedendomi ‘Cosa canti?’ e io le ho detto ‘ma no mamma faccio il comico’ e lei ‘ah che tristezza!’”. Angelo Pintus si presenta da solo raccontando la sua storia “per chi non mi conosce sono Angelo Pintus, magari i più grandi non mi conoscono ma io sono come Violetta, i vostri figli mi conoscono tutti! Io sono vicino a molti ragazzi e bambini ma quand’ero piccolo ricordo che avevo un problema serio: la sveglia. Svegliarsi alle 6.40 era davvero un dramma. Sentivo mio padre che diceva ‘Angelo, Angelo svegliati!’ e io che gli rispondevo balbettando. Quando andavo a scuola io non capivo il senso di studiare Geografia tipo ‘Oriente, Occidente’, preferivo mio zio che mi diceva ‘Angelo, se vado di qua vado in America Latina, se vado qui vado in Cina’. Mio padre invece mi diceva che il futuro sarebbe stato il greco e il latino, eh certo perché noi tutti parliamo greco e latino oggi”.

Angelo Pintus ricorda la strage in Francia con commozioneIo volevo studiare il francese ma il problema del francese è che o lo parli bene o te ne devi andare, non come da noi. E noi italiani quando andiamo in Francia ci riconoscono subito e sembra che tutti si fermino per additarci e indicano proprio noi, noi che siamo italiani. Ma cosa vi abbiamo fatto? No no ma io scherzo, scherzo sui miei amici francesi. Ci scherzo sempre però voglio dire una cosa: quello che è successo in Francia poco fa, poteva succedere anche qui, è dietro l’angolo. A tal proposito vorrei dire solo: Je suis Charlie. Sono triste, sono dispiaciuto. Non c’è cosa peggiore che uscire di casa e avere paura, fratello, non dovremmo guardare la differenza tra un fratello nero e uno bianco, dovremmo restare sempre bambini e restare amici. Ma poi diventiamo grandi, e invece dovremmo mantenere il cuore di bambino perché un bambino è capace di amare indistintamente qualsiasi fratello“.

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