Roma, uccide moglie e presunto amante a coltellate

Roma, uccide moglie e presunto amante a coltellate

Uccide moglie e presunto amante a coltellate in ascensore: succede a Roma

Il fatto a Roma – Siamo di fronte all’ennesimo femminicidio, questa volta a Roma. Dopo il dramma di due donne uccise nello stesso giorno, una a Viterbo e una a Brescia, un nuovo delitto viene portato alla ribalta dai giornali. Questa volta siamo a Roma. La storia è quella di Mauro Micucci che uccide a coltellate sua moglie Daniela e quello che lui ritiene il suo amante, Nicola, mentre questi sono nell’ascensore nel palazzo dove lavorano, in zona Cinecittà. L’uomo si è accanito sui due corpi, senza lasciare alcuna possibilità di vita.

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Dopo – E’ stato lo stesso autore del femminicidio a chiamare il 112 e a confessare il reato. “Mia moglie e quell’uomo erano amanti. Non sopportavo che mi tradisse con lui. Quando li ho scoperti insieme in ascensore li ho uccisi”, ha affermato parlando con l’operatore al telefono. Se si tratti di femminicidio premeditato o no, le forze dell’ordine stanno ancora indagando; ma poco importa. La reale motivazione che sta dietro delitti di questo tipo va cercata a fondo nella mentalità, nella visione della vita dell’uomo e degli uomini che guardano alle donne come oggetti da possedere e controllare in toto, compresa la loro vita (e quella di chi sta loro accanto).

Il linguaggio dei giornali – Ciò che è importante rilevare, come sempre, è il linguaggio dei giornali e il modo in cui essi trattano il femminicidio: accecato dalla gelosia, ripetono tutti, soffermandosi con meticolosità sul numero di coltellate inferte (particolari macabri che forse ad alcuni lettori piacciono). Ancora una volta la gelosia viene tirata fuori, come se fosse un movente o la giustificazione base di ogni femminicidio; l’informazione veicolata è che si tratti di gelosia e nient’altro. Quando in realtà bisognerebbe rilevare quanto sia importante educare alle differenze: a partire dalle scuole, ma anche attraverso i mezzi di comunicazione, che ogni giorno riempiono il nostro mondo di linguaggi stereotipati e inesatti. Educare alle differenze per prevenire, ma anche per curare.

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