Robin Williams, il “pagliaccio ribelle” non ride più

Robin Williams, il “pagliaccio ribelle” non ride più

Il camaleontico attore americano, interprete di moltissimi film di successo, si è suicidato all'età di 63 anni.

Si dice che i pagliacci siano le persone più tristi. Probabilmente Robin, il “pagliaccio ribelle” di Hollywood, non riusciva a ridere più nemmeno per se stesso preferendo un altro colpo di scena. Il 63enne attore americano Robin Williams è stato trovato morto la scorsa notte dalla Polizia nella sua casa a Marin County in California. Nonostante fosse entrato recentemente in un centro di riabilitazione da alcool e droghe, non è bastato per salvalo dalla depressione che lo ha portato al suicidio per asfissia. E’ facile pensare come sia potuto succedere ad un attore così di successo, apparentemente mai solo e circondato da denaro. In realtà è tutta questa superficialità non gli bastava per colmare un vuoto riempito da alcool e droghe aggravato dall’ansia e dalla stanchezza di non trovare un giusto ruolo nei suoi film.

Eh sì, i suoi film. Tanti, tantissimi. In ognuno Robin dava prova di una bravura camaleontica e senza uguali, dalla commedia ai thriller, dalla tv al cinema. Dopo aver studiato recitazione nella prestigiosa Juilliard School e un’intensa gavetta come comico nei night club, la straordinaria carriera di Robin Williams decolla alla fine degli anni ‘70 dalla serie tv Mork&Mindy interpretando il ruolo di un alieno. Nel 1989 è John Keating, professore anticonformista in un college degli anni Cinquanta ne L’attimo fuggente, diretto da Peter Weir. Vestirà nuovamente i panni del prof. qualche anno più tardi in Will Hunting-Genio Ribelle che gli varranno il premio Oscar come migliore attore non protagonista nel 1997. È il padre immaturo che, pur di stare vicino ai suoi figli, si traveste da governante in Mrs. Doutbfire-Mammo per sempre (1993). È Capitan Uncino in Hook (1991), è il medico Patch Adams che propone come unica cura alla malattia, il sorriso. Non solo ruoli positivi in commedie, Robin dimostra di saperci fare anche in thriller psicologici come Insomnia con Al Pacino e One Hour Photo (2002) interpretando un solitario signore ossessionato dalla fotografia.

Luciana Travierso

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