Survivors, progetto fotografico di Ken Hermann e Tai Klan
Il progetto Survivors, ideato dal fotografo Ken Hermann e dal giornalista Tai Klan, consiste in una serie di fotografie ed un documentario, realizzati nel corso di un loro viaggio a Dhaka, in Bangladesh. Ogni scatto, ogni ripresa delle persone sfigurate con l’acido sono serviti a restituire loro l’identità perduta, perché ciò che emerge dai loro ritratti, non sono le cicatrici, bensì la fragilità e la grazia della loro anima.
La violenza fisica con l’acido – L’acido è un prodotto economico e per le sue proprietà corrosive è utilizzato, sempre più frequentemente, come strumento di violenza fisica. In Bangladesh, la deturpazione con l’acido è una violenza fisica che registra ogni anno più di tremila sopravvissuti. Quest’ultimi sono donne, uomini e purtroppo anche bambini, che diventano vittime di un desiderio di vendetta della persona a cui hanno negato un rapporto sessuale, una proposta di matrimonio o favori economici e lavorativi. L’acidificazione provoca, non solo l’irreversibile trasfigurazione della parte del corpo colpita, ma anche la perdita della sua funzionalità motoria. Ed il danno più crudele, e purtroppo anche il più desiderato dal carnefice, è il completo annullamento dell’identità della persona che subisce la tortura. In un istante, una parte del corpo, che contraddistingue ciascuna persona dall’altra, viene sfigurata e con esso anche la vita stessa. A causa di ciò, i sopravvissuti sono costretti a riappropriarsi di un aspetto in cui non si riconoscono, ad abituarsi all’emarginazione sociale e spesso a rinunciare alle cure mediche e psicologiche troppo onerose.
Il progetto Survivors – Umma Aysha Siddike Nila, Hasen Ali, Monira Begum, Shamol sono solo quattro delle persone deturpate ritratte dal fotografo Ken Hermann. Due donne, un uomo ed un ragazzo che raccontano la propria storia e mostrano la parte del loro corpo mutata dopo che qualcuno ha deciso di versagli l’acido, che ha corroso la loro pelle ma non la loro anima. Quest’ultima traspare dal loro corpo deturpato e giunge a noi che osserviamo i ritratti. A noi, arriva la loro voglia di riscatto, la loro voglia di mostrarsi perché ‘sopravvissuti’ ad un gesto insensato, che non le ha rese delle vittime, ma delle persone pronte a lottare, affinché nessun’altro individuo sia privato totalmente o parzialmente del proprio aspetto e del proprio essere.
COMMENTI
[…] con la moglie e la sfregia al volto e in altre parti del corpo con l’acido muriatico. È ciò che è successo mercoledì 11 dicembre intorno a mezzanotte a Roma, in zona […]
[…] del venerdì, l’Hojatoleslam Mohammad Taghi Rahbar. Ricordiamo che la pratica illegale dell’acidificazione provoca danni irreversibili e […]
[…] aiutare persone che hanno subito le sue stesse atrocità e per cambiare l’assetto di questa pratica (vorrei scrivere “disumana” ma in realtà è tutta “umana”) presente in tutto il mondo. […]
[…] – Pensare che gli attacchi con l’acido facciano parte di una pratica presente solo in paesi “lontani” come l’Iran o l’India è un errore. La violenza verso le donne purtroppo è presente […]