Reyhaneh Jabbari, prima di essere impiccata, scrive alla madre e chiede di donare i suoi organi
Reyhaneh Jabbari, la giovane iraniana impiccata ingiustamente, scrive alla madre – Reyhaneh Jabbari prima di essere impiccata, all’alba di sabato scorso, ha voluto lasciare alla madre una lettera molto toccante. La ventiseienne iraniana, nonostante i numerosi appelli internazionali per salvarla da una pena ingiusta, era stata condannata a morte per aver ucciso un ex agente dei servizi segreti che aveva tentato di stuprarla quando aveva 19 anni, attirandola con una scusa nel suo appartamento. Da allora Reyhaneh Jabbari era rinchiusa nella prigione di Teheran, in attesa del processo e, infine, dell’esecuzione. Il perdono della famiglia dell’ex agente segreto avrebbe potuto salvare Reyhaneh Jabbari dall’impiccagione, ma il figlio dell’uomo ucciso pretendeva che Reyhaneh negasse di aver subito un tentativo di stupro dal padre, atto che la giovane iraniana ha sempre rifiutato. Così Reyhaneh Jabbari ha deciso di perdere la vita ma non di perdere il coraggio, la dignità, il senso di giustizia, la nobiltà d’animo, questo è quello che dimostra dalla sua lettera alla madre.
La lettera di Reyhaneh – Reyhaneh Jabbari, nella lettera alla madre, pubblicata sull’Hufftington Post, così parla di ciò che le è successo: “Mia dolce madre, l’unica che mi è più cara della vita, non voglio marcire sottoterra. Non voglio che i miei occhi o il mio giovane cuore divengano polvere. Accuserò gli ispettori, il giudice e e i giudici della Corte Suprema di fronte al tribunale di Dio. Non voglio che tu ti vesta di nero per me. Fai di tutto per dimenticare i miei giorni difficili. Dammi al vento perché mi porti via. Il mondo mi ha concesso di vivere per 19 anni. Quella orribile notte io avrei dovuto essere uccisa. Il mio corpo sarebbe stato gettato in qualche angolo della città e dopo qualche giorno la polizia ti avrebbe portato all’obitorio per identificare il mio corpo e là avresti saputo che ero anche stata stuprata. L’assassinio non sarebbe mai stato trovato, dato che noi non siamo ricchi e potenti come lui. Con quel maledetto colpo la storia è cambiata. Il mio corpo non è stato gettato da qualche parte ma nella tomba della prigione di Evin e della sua sezione di isolamento. “
Reyhaneh chiede che vengano donati i suoi organi – La madre di Reyhaneh Jabbari sarà costretta a vedere l’uccisione della figlia, e Reyhaneh, con grande coraggio, le ha voluto dar forza: “Arrenditi al destino e non lamentarti. Tu sai bene che la morte non è la fine della vita. Tu mi hai insegnato che si arriva in questo mondo per fare esperienza e imparare la lezione che a ognuno viene messa una responsabilità sulle spalle. Ho imparato che a volte bisogna lottare. Tu ci hai insegnato, quando andavamo a scuola, che si deve essere una signora di fronte alle discussioni e alle lamentele. La tua esperienza era sbagliata. Essere presentabile in tribunale mi ha fatto apparire come un’assassina a sangue freddo. Non ho versato lacrime. Non ho implorato. Non mi sono disperata perché avevo fiducia nella legge. Ma sono stata accusata di rimanere indifferente di fronte a un crimine”. Reyhaneh Jabbari inoltre chiede nelle sue ultime volontà, dimostrando una grande nobiltà d’animo, di dare in dono i suoi organi: “Prega perché venga disposto che, non appena sarò stata impiccata, il mio cuore, i miei reni, i miei occhi, le mie ossa e qualunque altra cosa che possa essere trapiantata venga presa dal mio corpo e data a qualcuno che ne ha bisogno, come un dono. Non voglio che il destinatario conosca il mio nome, compratemi un mazzo di fiori oppure pregate per me.”
COMMENTI
[…] è ancora possibile – Per Rayhaneh Jabbari ormai è troppo tardi, la sua morte è diventata il simbolo più chiaro e recente di una […]
[…] Paese, infatti, ci arrivano praticamente di continuo. Si pensi all’esecuzione della giovane Reyhaneh Jabbari, condannata a morte per aver ucciso un uomo che voleva stuprarla, oppure a Ghoncheh Ghavami, la […]