Ravensbrück, il campo di concentramento per donne

Ravensbrück, il campo di concentramento per donne

"Ravensbrück: Se questa è una donna" è il libro di Sarah Helm che racconta la storia del campo di concentramento per donne ideato da Hitler.

Il lager femminile – Ravensbrück fu un campo di concentramento per sole donne. Un lager femminile ideato da Hitler in persona per far fuori le donne considerate fuori dalla norma. Parliamo di rom, prostitute, ma anche lesbiche, rifugiate politiche, disabili, insomma donne che il Führer reputava inutili. In 130mila sono passate da Ravensbrück tra il 1939 e il 1945, di queste, 50mila non ne sono uscite vive. Situato 90 chilometri a nord della capitale tedesca, il campo di concentramento femminile non è tra i più famosi. La sua è una storia quasi nascosta, nonostante sia pregno di significato, e ad esso sia legata, come un pesante fardello, la memoria delle 50mila donne ivi uccise (di cui solo il 10% ebree).

donne olocausto

Se questa è una donna – Sarah Helm, scrittrice e giornalista, è l’autrice del libro “Ravensbrück: If this is a woman” (“Ravensbrück: Se questa è una donna”). Il rimando all’opera di Primo Levi è simbolico e la Helm ha dichiarato: “Poco dopo aver scritto il mio primo libro, nel 2005, mi venne chiesto su cosa avrei voluto lavorare, subito dopo. Pensai subito a Ravensbrück, perché era una storia di donne straordinarie, di estremo coraggio, ma anche di estrema sofferenza e brutalità e non era ancora stata raccontata, almeno non in modo che la gente ascoltasse”.

Una strage sconosciuta – Com’è possibile che di Ravensbrück si sappia relativamente poco, che sia rimasto nell’ombra di una fetta tragica della storia umana che ogni anno è scandagliata in occasione della Giornata della memoria? Il lager femminile di Ravensbrück era “relativamente piccolo” spiega Sarah Helm. “Non rientrava nella narrativa dominante dell’olocausto, molti documenti poi sono stati distrutti, inotre il lager è stato per anni nascosto dietro la cortina di ferro. Chi è riuscita a tornare a casa, spesso si vergognava per quello che aveva subito, come se fosse stata colpa sua. Parlando con diverse donne francesi, mi è stato detto che l’unica domanda che veniva rivolta loro, era se fossero state stuprate. Altre mi hanno raccontato che, quando si decisero a parlare nessuno credette a quelle storie orribili”.

Ravensbrück, violenza di genere – “Come Auschwitz era la capitale dei crimini contro gli ebrei, Ravensbrück era la capitale dei crimini contro le donne” spiega l’autrice del libro. Trovare delle superstiti che raccontassero la loro terribile esperienza non è stata una cosa semplice per la Helm. Enormi ed umilianti le violenze perpetrate nei confronti delle donne di Ravensbrück: stupri, sterilizzazioni e aborti forzati. Una violenza di genere che difficilmente ha pari nella storia dell’umanità, eppure sconosciuta. “Forse gli storici mainstream semplicemente non si sono interessati nello specifico a cosa accadesse alle donne. Eppure ignorare Ravensbrück significa ignorare una fase cruciale nella storia del nazismo. I crimini commessi qui non erano solo crimini contro l’umanità, ma crimini contro le donne” ha aggiunto la scrittrice.

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    […] qual era per stilare una lista di ebrei che, in qualità di suoi operai, sarebbero sfuggiti alla deportazione. Sono in 1200 ad essere stati salvati dal coraggio di […]