Ragazzi di Vita al Teatro Argentina di Roma, protagonista Lino Guanciale

Ragazzi di Vita al Teatro Argentina di Roma, protagonista Lino Guanciale

Uno spettacolo da non perdere quello che ha debuttato al Teatro Argentina di Roma, tratto dal romanzo di Pier Paolo Pasolini Ragazzi di Vita, nell'adattamento di Emanuele Trevi. La regia di Massimo Popolizio esalta, senza orpelli, l'interessante ricerca linguistica operata dal "poeta corsaro", lui friulano, sul romanesco. In scena fino al 20 novembre.

Il viaggio all’interno dell’universo lirico pasoliniano che il Teatro di Roma ha dedicato al ‘poeta corsaro’, a quarant’anni dalla sua tragica fine, dal titolo Roma per Pasolini, iniziato il 2 novembre 2014 (data in cui il suo corpo fu ritrovato senza vita all’Idroscalo di Ostia) con la lettura da parte di Fabrizio Gifuni di Ragazzi di Vita termina idealmente il 26 ottobre con la prima nazionale, ad apertura di stagione, dello spettacolo tratto dal romanzo con la regia di Massimo Popolizio e l’adattamento di Emanuele Trevi. Non prima però di tutta una serie di eventi/spettacoli/incontri che approfondiranno ulteriormente tematiche che hanno caratterizzato questo controverso uomo del novecento. Ragazzi di Vita venne pubblicato nel 1955 – primo esperimento narrativo – e fu subito scandalo poiché il romanzo verrà imputato di oscenità, di pornografia, di trattare temi immorali come la prostituzione maschile. Ci fu un processo, ma l’autore venne prosciolto con formula piena. Nonostante ciò divenne fin da subito un caposaldo della letteratura italiana per l’autenticità e il realismo che in esso vi è riportato.

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foto Achille Lepera

Pasolini si appassiona alle vicende di un gruppo di ragazzi pressoché adolescenti, nell’immediato dopoguerra, provenienti dalle borgate – fenomeno voluto dal Governatorato di Roma dovuto alla costruzione di nuovi insediamenti cittadini, ufficiali e non, per permettere (?) ristrutturazioni urbanistiche del centro – fin da quando sono spregiudicati e spensierati per poi ritrovarli uomini insolenti e senza scrupoli. Attraverso l’esempio di Riccetto, che è il protagonista cardine seguiamo le traversie di tutto un microcosmo che ruota intorno a lui. Interessante invece, appare sopratutto la commistione fra la narrazione astratta e il vissuto dei vari personaggi del romanzo, italiano e romanesco si accavallano, si intersecano in un’invenzione stilistica, davvero insolita e sbilanciante, e l’adattatore/autore per il teatro Trevi, trova spazio per rendere tangibile quell’astrazione voluta da Pasolini, operando sempre per episodi, dedicati ai protagonisti, un’ulteriore innesto. L’utilizzo scenico poi del Glossario voluto da Pasolini a fine romanzo per chiarire alcuni termini, qui diventa un esilarante duetto fra ucraine, due donne delle pulizie che cercano di chiarirsi e di tradurre alcuni termini dialettali entrati ormai nel lessico italiano. La terza persona del romanzo diventa, incredibilmente, un narratore che assume le belle sembianze di Lino Guanciale. Un narratore che non disdegna di confondersi fra il turbinio dei personaggi, di ascoltarli, di provocarli, di incoraggiarli. E Lino Guanciale è straordinariamente dentro l’azione – sensibile e generoso sempre – non si risparmia un attimo, macchinista all’occorrenza è costantemente al servizio dell’avvenimento. E con lui il duo degli interpreti di Riccetto/Agnolo è un vero regalo al nostro teatro: Josafat Vagni e Lorenzo Grilli.

Massimo Popolizio che del romanzo ne aveva già interpretato una lettura per Rai Radio3 nel programma Ad alta voce, ora è in veste di regista di un riuscitissimo spettacolo, della breve durata e se ne rimpiange a malincuore qualche altro passo. Un impianto scenico che si imparenta direttamente a tante regie Ronconiane che lo hanno visto protagonista. Lo spazio del Teatro Argentina di Roma è vuoto, e in quel vuoto il regista ben si armonizza la ricerca di Pasolini, esaltando solo il gusto per la parola, rendendo viva e fremente anche una semplice spiegazione, una descrizine. Un gruppo di diciotto interpreti funambolici danno vita a tutto quel mondo che ruota attorno a Riccetto. Pochi elementi a delimitare le varie situazioni e carrelli semovibili a far da barconi o tram, una colonna sonora che affonda le radici nell’humus popolaresco di Claudio Villa. Uno spettacolo perciò per chi è romano, ma anche e sopratutto per chi non lo è, per chi ama Pasonini e chi non lo ama, per chi adora il teatro e chi no, insomma da non perdere assolutamente.

Ragazzi di Vita di Pier Paolo Pasolini

drammaturgia Emanuele Trevi

con Lino Guanciale, Sonia Barbadoro, Giampiero Cicciò, Roberta Crivelli, Flavio Francucci, Francesco Giordano, Lorenzo Grilli, Michele Lisi, Pietro Masotti, Paolo Minnielli, Alberto Onofrietti, Lorenzo Parrotto, Cristina Pelliccia, Silvia Pernarella, Elena Polic Greco, Francesco Santagada, Stefano Scialanga, Josafat Vagni, Andrea Volpetti

scene Marco Rossi

costumi Gianluca Sbicca

luci Luigi Biondi

canto Francesca Della Monica

video Luca Brinchi e Daniele Spanò

regia Massimo Popolizio

produzione Teatro di Roma

Teatro Argentina, Roma fino al 20 Novembre

 

 

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