Pussy Riot – A punk prayer il film in anteprima

Pussy Riot – A punk prayer il film in anteprima

Nadia, Masha, Katia e le altre Pussy Riot nel film a loro dedicato

Il 21 febbraio 2012 un gruppo di ragazze entrò nella Cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca e si esibì in un live punk denso di collera e di contro cultura politica. Riuscirono a cantare per meno di tre minuti dopo i quali furono arrestate. Erano (e sono) le Pussy Riot: attiviste e artiste, giovani e scomode, coraggiose e disperate, divenute di lì a poco voci impazzite per alcuni e ribellione di speranza per tanti altri. Mike Lerner e Maxim Pozdorovkin hanno girato un documentario che racconta la loro storia, dall’infanzia alla lotta per la libertà, dentro un sistema sociopolitico dove qualcosa è come non dovrebbe.

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Sinossi ufficiale

Nell’inverno del 2012, dopo controverse elezioni, Vladimir Putin si è insediato per la terza volta al Cremlino come Presidente della Federazione Russa. Per risposta, centinaia di migliaia di cittadini sono scesi in piazza in tutto il Paese per contestare la legittimità del suo governo. Tra la folla si è distinto un coloratissimo e arrabbiatissimo gruppo di giovani punk rockers radical-femministe, conosciute come Pussy Riot. Alcuni membri del gruppo, armate di passamontagna colorati, calze, abiti estivi e strumenti musicali sono entrate nella cattedrale più importante di Mosca e hanno dato vita a un live punk estremo. Nel giro di poche ore tre delle ragazze protagoniste della performance si sono ritrovate in carcere e oggi sono imputate in un processo diventato uno show mediatico di proporzioni internazionali.

Nadia- Masha-KatiaGli ortodossi le chiamano “streghe” e le disprezzano al pari di una pandemia virale, per i politici sono soggetti pericolosi, invadenti, scintille fuori controllo che gettano fango sulla società. Eppure dietro le accuse di antireligiosità, di frustrazione femminista e di vandalismo in luoghi pubblici c’è chi nelle Pussy Riot ha saputo leggere il senso dei loro brevi attacchi punk al sistema e lo ha abbracciato in una causa morale e civile che va oltre il comune senso di decenza, perché “il compromesso non può più bastare”.  Contro gli accordi tra lo Stato e la Chiesa, contro il regime di Putin, contro un impianto aberrante di educazione e cultura. I loro messaggi hanno risuonato in milioni di tweets, si sono mostrati in rete con la velocità del passaparola e l’impatto di una valanga collettiva. Nessuno è riuscito ad arginare la volontà delle Pussy Riot e loro in primis hanno ascoltato le accuse del processo con sguardo fiero e lucido senza mai fare un passo indietro. Un documentario che è una “Preghiera punk” con cui Lerner e Pozdorovkin mostrano tutto questo e raccolgono le loro voci, la loro collera e la loro delusione sociale e giudiziaria. Nadia, Masha, Katia e le altre cantano in nome della verità, in nome di diritti umani negati e vite nascoste dentro una Nazione in catene.

In alcuni momenti il film può apparire come una semplice e attraente vicenda di coraggio, ma c’è altro, ci sono profili di sogni distrutti e di persone scoraggiate, ci sono realtà che invadono gli occhi in modo lacerante e capillare. Trasmettono tenacia e malinconia i visi di queste ragazze che lottano eppure sono convinte che “sarebbe andata così, una farsa giudiziaria” dietro cui celare l’oppressione di un regime autoritario che nega al popolo il diritto di cambiare.

Un documentario di interesse globale, asciutto e necessario. In uscita nelle sale italiane dal 12 al 30 dicembre 2013, distribuito da I Wonder Pictures.

Trailer originale:

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