Progetto DJ: nuovi sbocchi per LGBT e soggetti discriminati

Progetto DJ: nuovi sbocchi per LGBT e soggetti discriminati

Nuove speranze lavorative al Sud

Il Progetto DJ – Il Progetto DJ, Diversity on the job, è un’iniziativa voluta dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali ed è rivolto a soggetti fortemente discriminati e svantaggiati per cercare di migliorarne l’accesso al mondo del lavoro e l’inserimento, quindi, nella “macchina-stato”. Il bando è strutturato in modo intelligente e mira a qualificare e sostenere gli anelli basilari per la mediazione nel mondo del lavoro. Attraverso un’azione di “capacity building” verranno migliorate “le basi” in modo da agevolare appartenenti al mondo lgbt e altri soggetti discriminati ad accedere al mondo del lavoro. Il Progetto DJ, infatti, offrirà 250 tirocini della durata di tre mesi; non è tutto: sono previsti anche incentivi “ai soggetti attuatori e un’indennità di frequenza ai destinatari per la partecipazione al percorso”.

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Quando il lavoro non discrimina – Il Progetto DJ potrebbe segnare una svolta importante per tutti quei soggetti discriminati e che difficilmente riescono ad accedere in modo semplice e costante al mondo del lavoro. Basti pensare che solo in Campania, una delle regioni cui è rivolto il Progetto DJ insieme a Puglia Calabria e Sicilia, sono più di un migliaio le persone transessuali imprigionate nel giro della prostituzione. Il Mit, Movimento Identità Transessuale, ha rivelato oltre a questi numeri, anche la difficoltà di accesso alla scolarizzazione e di integrazione a livello lavorativo dei transessuali. Oltre agli esponenti del mondo lgbt anche per Rom e migranti il Progetto DJ può rappresentare una speranza concreta. Per queste persone, infatti, il mondo del lavoro, già fortemente compromesso, si mostra praticamente inaccessibile a causa dell’omofobia e la discriminazione ancora dilagante nel nostro Paese.

Segni di speranza nel Meridione – Il Progetto DJ è foriero, quindi, di speranza. Afferma il direttore dell’UNAR, Marco de Giorni: “si tratta di una sperimentazione innovativa, finanziata dal Fondo Sociale Europeo, che da un lato mira ad avvicinare al mondo del lavoro persone tradizionalmente escluse e, dall’altro , stimola le aziende ad aprirsi al confronto con realtà che spesso non sono prese in considerazione”. Il Progetto DJ è stato accolto positivamente da molti esponenti del mondo lgbt e lo dimostrano le parole di Loredana Rossi, presidentessa dell’Associazione Trans Napoli; afferma Rossi: “è un segnale di speranza. A Napoli la situazione è drammatica: noi transessuali non riusciamo ad avere alcun aiuto per l’inserimento lavorativo, né dalle istituzioni né dalla società. Chi vuole sopravvivere e non ha una famiglia che la mantiene è costretta a prostituirsi. La scarsa scolarizzazione, spesso dovuta al fatto che molte di noi sono state cacciate di casa da piccole, è un problema molto serio. Perciò un bando che pensa anche alla formazione è davvero un’ottima opportunità, e come Associazione Trans Napoli avrà tutta la nostra attenzione. Oggi sono soprattutto le persone come me, italiane e oltre i 40 anni, ad avere la necessità di lavorare e di togliersi dalla strada. Farebbero ogni tipo di lavoro, pur di smetterla di prostituirsi”.

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