Ilda Boccassini chiede sei anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi durante la requisitoria del processo Ruby. Il pm procede con una torbida descrizione di tutta la vicenda, ma alcune sue parole non piacciono alla deputata marocchina Souad Sbai, che chiede alla Boccassini un chiarimento.
“Nonostante gli attacchi che possiamo ricevere, siamo consapevoli che il nostro lavoro e il nostro rigore processionale emergono dalle carte processuali, come è giusto che sia”. Mette subito le carte in tavola, Ilda Boccassini, il pm che ieri ha tenuto una dura e lunga requisitoria durante la quale ha chiesto la condanna a sei anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi, principale indagato nel processo Ruby. La Boccassini ha chiesto anche che non vengano applicate le attenuanti generiche a causa della “gravità dei reati commessi”: concussione e prostituzione minorile.
Il ritratto di Ruby della Boccassini – “La procura ritiene – ha detto il pm – che è stato provato che l’imputato non solo era a conoscenza della minore età, ma ha fatto sesso con una minorenne”. Dura è stata anche la ricostruzione, da parte della Boccassini, dell’intera vicenda. Secondo il pm, ad Arcore si era creato un vero e proprio “sistema prostitutivo per il soddisfacimento dell’ex premier”. Ruby, che era stata introdotta a Berlusconi da Emilio Fede, il quale sapeva che la ragazza era minorenne, viene dipinta come una giovane che “non ha come obiettivo il lavoro, la fatica, lo studio, ma accedere a meccanismi che consentano di andare nel mondo dello spettacolo, del cinema”. Per questo motivo, stando sempre alla requisitoria della Boccassini, “non c’è dubbio che Ruby avesse fatto sesso con l’imputato e ne aveva ricevuto benefici”. Occhi e dita puntate anche verso Emilio Fede, Lele Mora e, soprattutto, Nicole Minetti. Quest’ultima, secondo il pm, aveva un doppio lavoro: “consigliera regionale alla luce del sole e, non alla luce del sole, gestire le case delle “olgettine””.
Il reato di concussione – Una vicenda torbida nella quale si insinua anche il reato di concussione di cui è accusato Berlusconi. Infatti, per la Boccassini, Berlusconi avrebbe usato il suo ruolo istituzionale per fare in modo che “la minore avesse un indebito vantaggio non patrimoniale consistente nella sua fuoriuscita dalla sfera di controllo della polizia”, riferendosi all’intervento di alcuni funzionari di polizia dopo la telefonata di Berlusconi in Questura. Il tutto messo in atto per “coprire quello che accadeva durante le cene di Arcore”.
Sbai (PdL): “Boccassini chiarisca il termine ‘giovane di furbizia orientale’” – Le polemiche sulla richiesta della Boccassini non sono mancate, ma la più interessante è quella dell’on. Souad Sbai, di origini marocchine, che si concentra su una frase pronunciata da pm durante la requisitoria. La Boccassini, mentre parlava in Aula, ha definito Ruby come una “giovane di furbizia orientale”, termine, per la Sbai, “inaccettabile”. “In tutti questi processi, – afferma – la cui legittimità rispetto, non ho mai messo bocca, ma ascoltando una semplificazione così grossolana e così lontana dalla nostra cultura non potevo stare zitta”. Per la deputata PdL, queste parole “rischiano di inasprire nell’opinione pubblica un clima già difficile”. “Non tutte le donne orientali o arabe – continua Sbai – tengono atteggiamenti come quelli di cui si sta dibattendo nel processo. A maggior ragione se minorenni, le cui sensibilità sono assai delicate”. La Sbai conclude chiedendo un chiarimento pubblico su quanto affermato dalla Boccassini, altrimenti procederà per vie legali denunciando il pm.
Augusto D’Amante
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