Campagna di prevenzione del cancro al seno: “The SCAR Project”

Campagna di prevenzione del cancro al seno: “The SCAR Project” – “The SCAR Project” è un progetto curato dal fotografo David Jay, il quale ha voluto rappresentare una mostra per sensibilizzare la campagna di prevenzione del cancro al seno. Attraverso scatti su donne tra i 18 e i 35 anni affette dal tumore, ha voluto riportare ‘visivamente’ la dura realtà di coloro che lottano contro la malattia e contro le conseguenze che ne derivano. Le cicatrici riportate dalle giovani impongono loro la necessità di fronteggiare un’immagine distorta, distorta da Madre Natura stessa che l’ha creata bella e sana. Le ferite spesso non sono visibili solo sul corpo, ma trapelano attraverso gli occhi di ognuna di loro. Negli scatti di David Jay ci sono visi più provati dal dolore, altri più ostinati, ma in tutti è possibile leggere l’amara consapevolezza dell’accettazione che non nasconde la grazia e la bellezza sprigionate da queste donne.

David Jay e la nascita del suo progetto – “Il progetto è nato dopo che la mia amica Paulina si è ammalata di cancro al seno. Aveva 29 anni. Dopo due settimane dalla diagnosi ha subito una mastectomia. Una donna bella, forte, giovane: le scattavo foto da quando aveva 17 anni. L’ho vista dopo l’operazione e ho deciso di fotografarla ancora”. Così David Jay spiega le motivazioni che l’hanno spinto a dedicarsi a questa mostra affermando la necessità di educare il pubblico ai rischi reali della malattia.

Quadri di fragilità – C’è qualcosa di particolarmente toccante nei duri ritratti, sintomi di bellezza, quella bellezza dolorosa, provata dalla disperazione, dalle paure, dalle angosce. Sono quadri di fragilità, che nascondono tuttavia una grande forza d’animo. Accettare di convivere con un cancro al seno è per una donna un atto di coraggio che le permette di affrontare con dignità le oscure e cruente peregrinazioni che la vita le ha riserbato.

Negli ultimi decenni, l’oncologia ha fatto numerosi progressi nella ricerca scientifica, permettendo a chi è affetto da malattie tumorali di filare quella sottile speranza di un futuro migliore, di un futuro possibile.