Premio Wangari Maathai, donne per la terra e la pace

Premio Wangari Maathai, donne per la terra e la pace

Giovedì 6 marzo si è svolta alla Casa Internazionale delle Donne di Roma la terza edizione del Premio Donne Pace Ambiente Wangari Maathai, promosso dall’Associazione A Sud insieme alla Commissione delle Elette del Comune di Roma. Ogni anno vengono assegnati quattro premi, corrispondenti ai quattro elementi della natura: Acqua, Aria, Fuoco e Terra.

«Non ci può essere pace senza sviluppo sostenibile e non ci può essere sviluppo senza uno sfruttamento sostenibile dell’ambiente».

Wangari Muta Maathai, prima donna africana Nobel per la Pace, nel 2004

Giovedì 6 marzo si è svolta alla Casa Internazionale delle Donne di Roma la terza edizione del Premio Donne Pace Ambiente Wangari Maathai, promosso dall’Associazione A Sud insieme alla Commissione delle Elette del Comune di Roma. Il Premio è dedicato a Wangari Muta Maathai, che nel 2004 fu la prima donna africana a ricevere un Nobel per la Pace, per «il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace». Ogni anno vengono assegnati quattro premi, corrispondenti ai quattro elementi della natura: Acqua, Aria, Fuoco e Terra. I riconoscimenti di quest’anno non sono andati però a singole personalità, ma a realtà collettive diffuse su tutto il territorio italiano.

Premio Donne, Pace e Ambiente Wangari Maathai 2014

Il Premio Aria è andato alle donne del Movimento Passeggino Rosso di Brindisi, attive nell’informazione e nella mobilitazione contro l’inquinamento ambientale prodotto dalle attività industriali non regolate sul territorio cittadino, che ha causato una forte incidenza di malattie e disturbi cronici fra gli abitanti della città, e soprattutto fra i bambini, nel silenzio di media e istituzioni locali.

Il Premio Terra è stato vinto invece dalle donne marocchine del presidio Braccianti di Castelnuovo Scrivia, in Piemonte. Insieme ad altri lavoratori marocchini, nel 2012, hanno scioperato per 74 giorni contro lo sfruttamento subito all’interno dell’azienda agricola Lazzaro; la loro protesta è diventata poi un presidio permanente, che, grazie al supporto di altri lavoratori e cittadini della zona, si è dotato di una Cassa di Resistenza che sostiene una battaglia legale tuttora in corso contro l’azienda. Un risultato c’è già stato: una decina di lavoratori e lavoratrici hanno ottenuto un permesso di soggiorno umanitario come vittime di riduzione in schiavitù.

Il Premio Acqua è andato alle attiviste del Coordinamento Regionale Acqua Pubblica del Lazio, che si impenna da 10 anni per una gestione pubblica e partecipata dell’acqua, all’interno del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. Tema di grandissima attualità, se si pensa che proprio questa settimana il Consiglio Regionale del Lazio discuterà il progetto di legge regionale di iniziativa popolare presentato dal Coordinamento insieme a 40 Comuni, con le firme di 37.000 cittadini.

Il Premio Fuoco, infine, non poteva non andare alle Donne Campane in mobilitazione contro il Biocidio. In via eccezionale, il riconoscimento è andato a quattro diversi comitati:

–         il Presidio Permanente Contro la Discarica di Chiaiano, che, dopo la chiusura della discarica nel 2011, si batte per la tombatura e la messa in sicurezza del sito di Chiaiano;

–         il Comitato No Inceneritore di Giugliano, che ha ottenuto la sospensione del bando per costruire un nuovo inceneritore in un’area già danneggiata da una discarica e un deposito di ecoballe;

–         il Comitato Donne 29 Agosto, nato dopo la manifestazione del 29 agosto 2004 contro l’inceneritore di Acerra;

–      le Mamme degli Angeli Guerrieri, accomunate da esperienze di malattia o morte dei propri figli, hanno inviato 150.000 cartoline al presidente della Repubblica e al Papa per denunciare le responsabilità degli enti pubblici nella contaminazione del territorio campano.

Per approfondire: Comune Info

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