Addio plastica in mare
Il problema – La presenza di plastica in mare e negli oceani rappresenta un problema enorme per la salute degli ecosistemi e per il futuro dell’uomo. L’uomo sta trattando gli oceani come un vero e proprio “bidone della spazzatura”: è stato infatti stimato che l’80% della plastica in mare viene prodotto sulla terra ferma e la plastica in mare e negli oceani “sarebbe in grado di ricoprire una superficie pari al Texas” stando a quanto riportano studiosi americani. Il problema non è rappresentato solo dalle massicce quantità di plastica di grosso taglio: queste vanno a costituire le famose “isole di plastica” meta turistica di eccellenza delle future generazioni, se continuiamo di questo passo. Alcuni ricercatori hanno, infatti, definito alcune zone di accumulo nelle quali “le concentrazioni massime di plastica in superficie hanno superato quota 1 milione di pezzi per km quadrato”. A questo problema macroscopico se ne aggiunge uno, se possibile ancora più allarmante, di natura microscopica: una grandissima quantità di microframmenti e microparticelle di plastica sono presenti nei mari e negli oceani e venendo ingerite dai pesci giungono sino alle nostre tavole.
Boyan Slat – Il problema della plastica in mare ha catturato l’attenzione di Boyan Slat. Boyan è un ragazzo di diciannove anni, olandese, che studia ingegneria aerospaziale. “Dopo un viaggio in Grecia e la frustrazione di trovare più plastica in mare che pesci, ho iniziato a pensare al perché sembri così difficile riuscire a pulire tutto questo” afferma Boyan Slat. Il giovane Slat ha dedicato un anno e mezzo a progettare un sistema innovativo per l’eliminazione su ampia scalda, della plastica in mare. Boyan Slat è riuscito a raccogliere un milione di dollari in soli quaranta giorni e avanza a vele spiegate verso il raggiungimento del suo traguardo: riuscire a raggiungere la quota di due milioni di dollari in cento giorni. La quota sarà necessaria per iniziare a testare il suo “spazzino del mare” chiamato Toc e vedere l’effetto del suo progetto nella Great Pacific Garbage Patch, la mega isola di immondizia presente tra le Hawaii e la California.
Il progetto – Il suo progetto è innovativo e fondato su tre principi base. Innanzitutto Boyan Slat si è chiesto “perché muoversi attraverso gli oceani se gli oceani possono muoversi attraverso di noi?”. Il suo progetto per la raccolta della plastica in mare sfrutterà infatti le correnti e i venti: questi spingeranno la plastica all’interno di galleggianti e piattaforme che la convoglieranno sfruttando al 100% elementi naturali. Il sistema di galleggianti e di barriere sarà in grado di coprire un’area estremamente vasta e riuscirebbe a rimuovere in dieci anni quasi la metà della plastica presente nella Great Pacific Garbage Patch. Oltre a risultare 33 volte meno costosa dei metodi odierni, il sistema Toc ideato da Boyan Slat è strutturato in modo tale da rispettare l’ambiente marino e tutelarne la flora e la fauna. Il sistema di piattaforme e galleggianti infatti non raschia sul fondo del mare e azzera la possibilità di intrappolare pesci o altri animali marini poiché non fa uso di reti. Sfruttando infatti le correnti e i venti lascia che sia il mare a portare la plastica. La plastica in mare raccolta viene convogliata in un trituratore che la depositerà successivamente in un container.
COMMENTI
[…] la risoluzione del problema (impegno concreto anche quello del diciannovenne che ha inventato lo “spazzino dei mari”). Lo studio vede coinvolti Erik van Sebille, ricercatore e docente di Oceanografia alla […]