Pianto del bambino: cosa possiamo fare?
Un vero e proprio allarme che ci avverte che qualcosa non va! Se si potesse paragonare il pianto di un bambino ad una situazione del quotidiano questo dell’allarme sarebbe l’esempio più adatto. Il bambino, infatti, soprattutto quando è molto piccolo e ancora non parla e fatica a farsi comprendere, utilizza il pianto come campanello d’allarme, un segnale per far capire ai genitori che qualcosa non va. Attraverso il pianto il bambino esprime un bisogno, una necessità, una mancanza. Tutto ciò che si esprime può andare dal semplice “ho fame” al bisogno più complesso di essere preso in braccio ed essere coccolato. I genitori, da parte loro, rispondo al pianto in maniera tempestiva, ma non sempre la risposta è adeguata al bisogno che il piccolo in quel momento sta cercando di esprimere. Ciò accade non per una mancanza della mamma e del papà, ma perché spesso è davvero difficile quale sia la richiesta del piccolo in quel momento e allora accade che spesso si proceda per tentativi ed errori finchè il bambino non si calma.
Il pianto dovuto a bisogni primari come fame o sete, sono semplici da individuare e soddisfare, anche perché i bambini piccoli hanno dei ritmi molto regolari, seppur ravvicinati, per la pappa, per cui basterà guardare l’orologio per capire se il bambino ha fame in quel momento. Spesso il bambino piange quando si ritrova solo, ad esempio quando si sveglia, perché è spaventato e allora a quel punto avrà bisogno di essere rassicurato. In questo caso sentire la voce della mamma o il profumo prima ancora di essere preso in braccio calmerà il pianto del piccolo. Man mano che crescono il pianto da semplice segnale di allarme o bisogno può trasformarsi anche in un capriccio e a quel punto gestire la situazione è tanto più difficile.
Come si gestisce il capriccio? Su questo quesito non esiste una risposta unitaria, ma ogni genitore si regola a modo suo seguendo il progetto educativo stabilito all’interno della coppia. C’è chi dice che il capriccio non vada assecondato senza tante spiegazioni, c’è chi ritiene che basti spiegare al bambino perché la sua richiesta non può essere soddisfatta e ancora c’è chi, non sopportando di vedere il proprio bambino in lacrime, asseconderebbe qualunque capriccio.
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