Piano nazionale della fertilità: ma è davvero questa la soluzione al calo delle nascite? La proposta della Lorenzin ed il significato legato alla maternità.
Calo delle nascite. Siamo un paese “vecchio” dove ormai da tempo le nascite continuano a diminuire e i giovani a spostarsi altrove per trovare un futuro soddisfacente. E qual è la soluzione migliore a tutto questo? Un Piano Nazionale della Fertilità proposto dal ministro per la salute Beatrice Lorenzin. Cosa prevede il Piano? Educare alla maternità: spiegare alle donne che i figli vanno fatti entro una certa età in cui è fisiologicamente più facile avere una gravidanza. Ciò che la Lorenzin dimentica nel suo piano nazionale della fertilità (se si vogliono tralasciare le implicazioni economiche e sociali di un tale fenomeno demografico) è che diventare ed essere madre non è una questione di educazione ma di scelta, una scelta legata ad un sentire e ad un’emozione determinata da fattori relazionali e personali, non certo educativi.
Svalutazione del ruolo femminile. Diventare madre non è un obbligo o una scadenza incombente che le donne devono rispettare, e non è detto che una donna solo perché tale debba avere il desiderio di diventare madre (riflessione: quanti si stupiscono difronte ad un uomo che dice di non voler diventare padre per inseguire la carriera o per la paura delle troppe responsabilità? Quanti si stupiscono difronte ad una donna che afferma la stessa cosa?). Ecco: diventare madre, prescindendo dai romanticismi ed i significati simbolici che senza dubbio accompagnano tale evento, è un momento delicato nella vita di una donna che comporta una serie di modificazioni corporee e di vita, ma soprattutto psicologiche. Si rivivono inevitabilmente esperienze dell’infanzia legate al ruolo di figlia e si creano delle aspettative e paure rispetto al passaggio al ruolo di madre. La nascita del bambino emotivamente è uno degli avvenimenti più carichi di significato ed anche un momento di crescita e di dedizione ad un altro individuo che inizialmente dipenderà completamente in tutti i suoi bisogni e che, tuttavia, si sa già che un giorno bisognerà lasciare andare. I parametri di desiderio, scelta e possibilità personali sono ben più importanti della lancette di un orologio biologico che ridurrebbe la maternità ad un atto meccanico per risolvere un problema socio-demografico.
Diventare madre. Appare chiaro, dunque, che diventare madre, per chi lo desideri, è qualcosa di ben più profondo e radicato di un semplice processo educativo. Educare significa trasmettere delle informazioni, promuovere con l’insegnamento e con l’esempio lo sviluppo delle facoltà intellettuali, estetiche, e delle qualità morali di una persona. A tutto questo si può essere educati, ma non ad una scelta di vita radicale e, soprattutto, ad un sentire e ad un’emozione unica come quella di scegliere di essere madre, diventare madre e scoprirsi madre.
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