Ancora una settimana in scena I Sei Personaggi in Cerca d'Autore nella personale visione/ossessione di Daniele Salvo, regista dello spettacolo, protagonisti Carlo Valli, Selene Gandini e Martino Duane.
Al Teatro Ghione di Roma è di scena da un po’ di giorni il capolavoro Pirandelliano Sei Personaggi in Cerca d’Autore nella personale versione/visione di Daniele Salvo. Il regista affronta per la prima volta il mondo enigmatico e oscuro dell’autore agrigentino in un adattamento che prosciuga la trentina di personaggi che popolano il dramma a quasi la metà. Per concentrarsi in quello che poi, risulta essere un dramma borghese, ed attraverso un analisi ferrea, solida, sulfurea scoprire come all’interno di quel dramma ci possano essere una miriadi di contraddizioni e perversioni. S’immagina che, mentre una compagnia di teatro sta provando proprio un dramma Pirandelliano, giunga dal fondo di quella stessa sala un gruppetto familiare composto da: un padre, una madre, un figlio, una bambina, un giovinetto ed una figliastra. Queste persone pretendono di portare/imporre a quegli interpreti la loro verità. La verità della vita vissuta sulla propria pelle. E che vita. Come solo la vita sa essere contorta e irriconoscente. L’uomo sulla cinquantina viene costretto ad abbandonare moglie e figlio per consentire a costei di vivere liberamente l’amore scoppiato in casa, con un segretario che condivideva con loro il tetto coniugale. Il padre non visto si prenderà sempre cura dei suoi affetti. Da quell’unione, fra sua la sua ex-moglie e il nuovo congiunto, nasceranno altri figli: la Figliastra appunto, il Giovinetto e la Bambina. Così descritti nella distribuzione.
Ma con la morte del segretario la nuova famigliola subisce uno scossone economico e per sopperire a quel disastro, madre e figlia si ritrovano a lavorare nel laboratorio sartoriale di Madama Pace. Per arrotondare il salario, la ragazza si deve intrattiene con uomini soli nel retrobottega dell’astuta stilista e qui incontra l’ex-marito di sua madre. La cosa viene scoperta dalla donna e per impedire che i due si congiungano si intromette fra di loro. Nel frattempo la piccola bambina è annegata in una pozza d’acqua mentre il racconto si chiude con il giovinetto armato di rivoltella, che si fa autore di quel delitto? È questa una triste storia di borghesi ancorati alle loro certezze e dubbi. Una triste, tragica, attorcigliata storia si può raccontare in un teatro che racconta di se stesso? Un teatro che si fa specchio di se, che mostra l’incapacità di indagare fino in fondo all’animo umano? Raccontare si può. Rivivere no. È la solita diatriba fra le due correnti che hanno solcato la storia del teatro contemporaneo a cavallo fra l’ottocento e il novecento: Stanislavskij o Strasberg? Teatro o Cinema?
Daniele Salvo pone al centro la questione, e se da una parte questo spettacolo sembra confermare il manifesto della sua maieutica teatrale, dall’altra sperimenta una nuova possibilità di rilettura, un punto di domanda quasi allarmante. A partire da quello specchio allusivo – in una scena spoglia che gioca solo su colori accesi e tagli inquietanti, che cita Le Sedie di Eugene Ionesco – che si pone fra teatro e vita e che si riflette anche in sala, permettendoci a nostra volta di specchiarci e sentirci protagonisti assoluti. Mischia, scambia, sovrappone i piani di lettura, in una messinscena accurata, scolpita fra le parole del complesso racconto pirandelliano. Che inferno è quell’istituzione che risponde al nome di Famiglia? Si inizia con una lallazione quasi infantile per ritrovare il gusto della parola che si fa spazio fra suoni incomprensibili, per poi attraversare non senza colpi di scena tutto il dramma esistenziale di questi personaggi diabolici, spettrali, inquietanti, marionettistici su cui spiccano i due interpreti principali, Selene Gandini e Carlo Valli, un furore istintivo l’una quanto etereo e autorevole l’altro. Mentre dall’altro canto, il regista/capocomico con velleità di ricerca contemporanea 2.0, vi è un valentissimo Martino Duane che nel suo aspetto ricurvo ricorda vagamente l’autore. Da quel 1921, anno in cui debuttò il dramma a oggi il tema pirandelliano fa ancora discutere e ancora divide.
Sei Personaggi in cerca d’Autore di Luigi Pirandello
con Carlo Valli, Marta Nuti, Selene Gandini, Alberto Mariotti, Giorgia Ferrara, Barbara Begala, Martino Duane, Giuseppe Rispoli, Maria Chiara Centorami, Roberto Mantovani, Germana Di Marino, Francesco Iaia, Alessandro Gorgoni.
regia Daniele Salvo
produzione:Teatro Ghione
Teatro Ghione, Roma fino al 19 marzo
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