Le scuole, Green Cross, Vandana Shiva insieme in lotta per la biodiversità
“ Per un pugno di semi ”, il concorso – Il concorso “ Per un pugno di semi ” è promosso da Green Cross e dal Ministero dell’Istruzione con il supporto di Acqua Lete. Questo concorso si inserisce all’interno della XXIII edizione del concorso nazionale “Immagini per la terra” che si prefigge, mediante il coinvolgimento diretto delle scuole, di sensibilizzare ed educare le future generazioni (e perché no, anche le generazioni già adulte) riguardo i problemi legati alla biodiversità. Il titolo “ Per un pugno di semi ” è, in quest’ottica, estremamente esplicativo dal momento che pone subito l’accento sul problema: la biodiversità, l’immenso patrimonio e tesoro contenuto anche all’interno dei semi, sta lentamente diminuendo a causa anche di un utilizzo errato da parte dell’uomo. Il concorso “ Per un pugno di semi ” dà la possibilità agli studenti di partecipare con reportage, articoli, brani musicali, alla promozione di un consumo responsabile delle risorse del territorio. Il premio in denaro assegnato all’istituto vincitore, potrà essere speso per sostenere iniziative ambientali in Italia o anche in altri Paesi.
Biodiversità a rischio – “ Per un pugno di semi ” denuncia quindi un problema che è oramai sotto gli occhi di tutti: la biodiversità è a rischio. E’ stato infatti stimato che vi siano sulla Terra circa 10.000 specie vegetali atte all’alimentazione umana e all’agricoltura. Di queste, tuttavia, ne vengono commercializzate circa 120 che coprono circa l’80% del fabbisogno alimentare mondiale. Si sta andando verso una specializzazione delle colture e una manipolazione eccessiva della natura e dei suoi prodotti. La FAO ha evidenziato che, a causa di monoculture e pratiche industriali, è già stato perso il 75% della biodiversità delle sementi. Ciò che “ Per un pugno di semi ” può portare, quindi, è fondamentale: l’attenzione delle nuove generazioni su questi temi è un elemento chiave per un cambio di tendenza. Ciò che è ancora più allarmante però, è un altro problema legato proprio ai semi: il costante e progressivo appropriamento da parte di multinazionali della varietà di semi presenti nei paesi del mondo. Come denunciato da Vandana Shiva, una delle figure più autorevoli a riguardo, si sta effettivamente mettendo il mondo “sotto brevetto” creando gravi difficoltà alle popolazioni locali e concorrendo ad incentivare la perdita di biodiversità mediante una “produzione che preferisce” colture che sono più richieste dal mercato.
Vandana Shiva, semi e brevetti – L’azione di Vandana Shiva è stata massiccia in India dove, di villaggio in villaggio, di paese in paese, ha raccolto semi delle varie colture conservandoli in una vera e propria “banca di biodiversità” e garantendone la preservazione per il futuro. Come afferma la stessa Vandana Shiva: “I brevetti applicati ovunque e in ogni campo (perfino su animali e vegetali), sono un primo passo verso il monopolio. Noi abbiamo Il diritto di vivere senza brevetto. Contesto l’idea di proprieta’ intellettuale, perche’ impoverisce la societa’, soprattutto nel terzo mondo. […] I brevetti negano il sapere in quanto fenomeno collettivo che procede per accumulazione e vi oppongono diritti privati che attribuiscono le innovazioni a singoli individui. In questo equivoco, vi e’ il fondamento della bio-pirateria, cioe’ l’utilizzo dei sistemi di proprieta’ intellettuale per legittimare il possesso e il controllo esclusivi di risorse, prodotti e processi biologici usati per secoli nelle culture non-industrializzate che, all’improvviso, sono private dell’enorme ricchezza della propria biodiversita’, spesso unica loro garanzia di sussistenza.”
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