Otto anni fa, il 25 settembre del 2005, moriva Federico Aldrovandi, un ragazzo di 18 anni ucciso a Ferrara durante un controllo di polizia
Otto anni fa, il 25 settembre del 2005, moriva Federico Aldrovandi, un ragazzo di 18 anni ucciso a Ferrara durante un controllo di polizia. Fra pochi giorni, il 1 ottobre, la madre di Federico, Patrizia Moretti, si troverà nuovamente in un’aula di tribunale, di fronte ad uno degli agenti già condannati per eccesso colposo nell’omicidio colposo del ragazzo, che stavolta dovrà rispondere del reato di diffamazione proprio per insulti nei confronti della donna.
Gli insulti su Facebook: ““Che faccia da c…, falsa e ipocrita” – Paolo Forlani, infatti, è stato rinviato a giudizio insieme alla responsabile della pagina Facebook dell’associazione “Prima difesa due” per le frasi pubblicate sul social network nel giugno 2012, dopo la condanna in via definitiva dei quattro poliziotti. “Che faccia da c… aveva sul tg, una falsa e ipocrita” aveva scritto l’agente, ”spero che i soldi che ha avuto ingiustamente (riferendosi ai 2 milioni di euro, risarciti dal Ministero degli Interni alla famiglia Aldrovandi) possa non goderseli come vorrebbe, adesso non sto più zitto dico quello che penso e scarico la rabbia di sette anni di ingiustizie”. Le dichiarazioni di Forlani erano seguite all’intervento di Simona Cenni, presidente dell’associazione, che commentava così un’intervista a Patrizia Moretti: «Avete sentito la mamma di Aldrovandi? fermate questo scempio per dio. vuole che i 4 poliziotti vadano in carcere. io sono una bestiaaaaa».
Un altro utente aveva commentato paragonando Federico a un «cucciolo di maiale», quindi era intervenuto Forlani scrivendo: «Vedete gente – scrive – non puoi fare 30 anni questo lavoro ed essere additato come assassino solo perché qualcuno è riuscito a distorcere la verità, io sfido chiunque a leggere gli atti e trovare un verbale dove dice che Federico è morto per le lesioni che ha subito…ma noi paghiamo per le colpe di una famiglia che pur sapendo dei problemi del proprio figlio non ha fatto niente per aiutarlo, mi fa incazzare un pochino e stiamo pagando per gli errori dei genitori, massimo rispetto per Federico ma mi dispiace, noi non lo abbiamo ucciso…». Tutti commenti poi cancellati dalla pagina Facebook, ma che avevano già scatenato l’ovvia indignazione di gran parte dell’opinione pubblica e la querela della famiglia Aldrovandi.
Le nuove battaglie di Patrizia: una casa famiglia e una borsa di studio intitolate a Federico – Intanto, conclusa la travagliata vicenda giudiziaria dell’omicidio Aldrovandi con la condanna ai quattro agenti coinvolti (ora tutti liberi) , la battaglia di Patrizia continua sul piano civile e sociale. A otto anni dalla scomparsa del figlio, che oggi avrebbe 26 anni, Patrizia Moretti ha infatti presentato la nuova “Associazione Federico Aldrovandi”, nata dal Comitato “Verità per Aldro”, che era stato creato nel gennaio del 2006. L’associazione Aldrovandi ha anche sottoscritto il referendum per le 3 leggi di iniziativa popolare che oltre all’introduzione del reato di tortura, chiedono legalità nelle carceri e la modifica della legge sulle droghe. E po, c’è il prossimo obiettivo di Patrizia: «Una casa famiglia per accogliere i ragazzi adolescenti e neomaggiorenni che hanno compiuto reati cosiddetti “minori” e una borsa di studio intitolata a Federico Aldrovandi» per lavori di ricerca delle scuole sui temi dei diritti e della giustizia.
COMMENTI