Quando il bambino non è ancora in posizione per venire al mondo
La posizione adatta al parto – La gravidanza è il momento più bello nella vita di una donna. Però il parto provoca sempre un pò d’ansia e di insicurezza. Spesso si sente dire che “il bambino non è ancora in posizione”, ovvero a testa in giù. Ma la presentazione cefalica è solo una delle tante che il feto può assumere nel corso della gravidanza, con le innumerevoli capriole nel pancione, segno di grande benessere e vitalità. A seconda delle diverse età gestazionali, il feto sperimenta con movimenti volontari tante posizioni alla ricerca di quella più consona al suo bisogno. Se il bambino non è in posizione cefalica, si può fare qualcosa per convincerlo a fare la capriola?
Come indurre la capriola – Se nel terzo trimestre, attraverso l’ecografia o ricorrendo alle manovre di Leopold, un tocco attento della pancia di cui spesso si serve l’ostetrica, si rileva la presentazione podalica è possibile ricorrere ad alcuni trattamenti, in modo tale di far volgere il feto per permettere il parto vaginale. La prima possibilità è l’utilizzo della moxibustione entro la trentaquattresima settimana; un sigaro di artemisia viene applicato sull’ultimo dito del piede della futura mamma, seguendo una procedura che viene trasmessa dalle ostetriche ai genitori in modo che possano ripeterle a casa propria.
Manovre esterne – Una seconda possibilità è rappresentata dal rivolgimento fetale per manovre esterne. E’ una manovra medica eseguita solo dopo la trentasettesima settimana, momento gestazionale in cui raramente il feto muta nuovamente la sua posizione. Nel corso del trattamento che avviene di norma in ospedale, il benessere materno e fetale vengono monitorati prima, durante e al termine della manovra che offre la possibilità di successo superiore all’80%. Dal momento che comporta dei rischi, deve essere valutata con attenzione, dopo essersi informati in maniera opportuna presso un centro che esegue questa pratica regolarmente.
COMMENTI