Parto in casa: nel Lazio tornano gli anni ‘70

Parto in casa: nel Lazio tornano gli anni ‘70

La sicurezza del parto in casa

Il decreto – Viene fissata a 800 euro la cifra di rimborso per chi sceglie, nel Lazio, di partorire in casa. Una normativa che sancisse le modalità e le condizioni per partorire in casa era già stata stabilita nel 2011 ma si attendeva ancora una cifra di rimborso spese che rendesse tutto più concreto. Ci ha pensato Nicola Zingaretti che afferma : “la mancata fissazione del rimborso aveva reso quel provvedimento, ovvero il decreto 29 con cui si definivano i criteri e le modalità per ricevere il rimborso forfettario nel caso si fosse optato per il parto a domicilio, una sterile dichiarazione di principi”. La cifra è comunque meramente simbolica dal momento che non è in grado di coprire neanche la metà dei costi previsti per il parto in casa. Il decreto mira a potenziare anche la rete dei consultori e creare ed ottimizzare il loro funzionamento; siamo, a quanto pare, alle soglie di  “una vera e propria primavera della rete dei consultori che vuol dire attenzione massima alle famiglie, ed ai loro problemi.”

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Parto in casa: istruzioni per l’uso – . La regione Lazio sembra quindi, insieme ad altre regioni italiane come Emilia, Piemonte e le Marche, abbracciare una nuova-vecchia mentalità; queste regioni italiane hanno abbracciato un sistema praticato anche oltralpe: l’Olanda, per esempio, è il paese con maggior numero di bambini nati con parto in casa. Ma il prezzo da pagare è alto. Il costo complessivo sfiora le vette dei 3.000 euro e questo la dice lunga sull’effettivo contributo portato dagli 800 euro: il parto in casa resterà un “lusso” che solo poche donne potranno effettivamente permettersi. Infatti, dopo aver presentata la richiesta al parto in casa, il certificato di salute, la donna deve comunque e ovviamente avvalersi dell’assistenza di due ostetriche.

Parto in casa: aria di libertà? – La scelta del parto in caso spetta alla donna e certamente fornire un incentivo simbolico può fare proseliti alla causa. Ma la libertà donata alle donne è reale? Di sicuro la casa è un ambiente familiare, più di un ospedale. Ma le condizioni di sicurezza non sono nemmeno paragonabili. Non è un caso che molti ginecologi reputino quella del parto in casa una scelta rischiosa, soprattutto se la donna affronta il parto per la prima volta. Specialisti nel settore affermano che nel Nord Europa durante un parto fra le mura domestiche, viene parcheggiato fuori dalla casa un centro mobile di assistenza e riservato un posto nell’ospedale più vicino. “Il nostro Paese non è pronto per questa pratica” afferma Paolo Scollo, presidente della SIGO ( Società Italiana di Ginecologia e Ostetrica ), e continua ponendo l’accento su un fattore, quello economico, che certamente è coinvolto nella scelta del decreto. Sostiene, infatti, il prof. Scollo: “ parcellizzando in modo esponenziale i punti nascita essi diventerebbero difficilmente controllabili”, gli 800 euro sembrerebbero rispondere ad  “una logica anti-economica: i risparmi si hanno se concentri i parti in meno strutture”.

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    […] oggi sostengono la possibilità e la bellezza del partorire in casa. Già nel maggio scorso, nella regione Lazio, vi è stato un decreto che ha incentivato – con una simbolica cifra di rimborso spese – il […]