Otello al Globe Theatre di Roma

Otello al Globe Theatre di Roma

Giunti a Cipro l'esercito comandato da Otello dovrà far fronte alle terribili vicende umane di quest'ultimo, il quale nell'arco di poche ore si ritroverà a fare i conti con la propria gelosia, una comunità a confronto che compatta metterà il Generale con le spalle al muro!

Se Romeo e Giulietta (vista la scorsa stagione nella stessa cornice un bellissima edizione a firma di Gigi Proietti) è per eccellenza il dramma dell’amore puro, incontrastato, giovanile, Otello invece per antitesi è quello della maturità, del sospetto, della gelosia provocata proprio dall’accecamento per il troppo amore. L’unico comun denominatore è sempre Lui, il cantore di ogni tipo di sentimento/passione: l’immenso, il potente, l’insuperabile W.S! Il Bardo di Stratford che per vero o per finta ha saputo meglio raccontare attraverso storie rocambolesche, scopiazzate o originali, della natura umana e delle sue controverse pulsazioni o emozioni. Ora al Globe Theatre di Villa Borghese è di scena un’interessante messinscena ad opera di Marco Carniti. La storia è nota: Jago (vero protagonista) anima nera, roso dalla gelosia per un torto subito da parte del suo amato General Maggiore Otello, si vendica di costui, instillandogli poco per volta il dolce veleno del sospetto per un tradimento da parte di sua moglie, la giovane e novella consorte Desdemona, sposata in tutta fretta. Jago grazie all’inconsapevole complicità di sua moglie Emilia e di tutta la comunità dei soldati ordisce ai danni del moro Otello, nell’arco di una manciata di ore, una sottile e truce trama ove farlo cascare vittima di una inevitabile gelosia. Un thriller a tinte fosche ambientato in un’immaginaria Cipro solfurea e notturna, dove la truppa dei guerriglieri si trova per difendere la propria Venezia,  una collocazione ove meglio si ambienta questa orribile e cruda vicenda. Messo in scena per la prima volta nel 1604 prende spunto da una novella di Giambattista Giraldi Cinzio, ma come sempre accade in tutta la produzione Shakespeariana il punto di partenza serve solo da appiglio per sezionare chirurgicamente e capziosamente ogni piega nascosta della natura umana e tutte le sue varianti.

otello

L’allestimento di Marco Carniti – adattamento ad opera dello stesso regista basata sulla traduzione agile e organica, poco letterale, di Vittorio Gassman, probabilmente la stessa che il mattatore utilizzò per la sua mirabile interpretazione nel 1982 con la regia di Alvaro Piccardi – assolutamente nitido ed essenziale sfrutta il contesto naturale del Globe utilizzando una serie di banconi/praticabili interscambiabili, usati come elementi componibili di un Ikea assolutamente funzionale, sono atti ad imprigionare il suo Otello in un inevitabile tragico finale, con il trionfo però del bene sul male. Otello, Desdemona, Emilia e Roderigo morti, Jago condannato e Cassio un po’ paraculo diventa erede naturale di tutta questa inutile ferocia. La regia sembra avere echi Rossiniani dando così alla vicenda toni tragicomici. Roderigo – promesso sposo di Desdemona – ridotto a idiota e imbelle burattino nelle mani astute di un Mangiafuoco/Jago, un infantile e capriccioso innamorato che batte i piedi per amore ma che perirà per le stesse mani di che l’aveva fomentato.

Otello, un moderno samurai con il corpo finemente decorato da tatuaggi all’hennè e dai capelli intrecciati, grossolano e un po’ bamboccione, la cui pelle nera non ha nessuna rilevanza, piuttosto il regista si concentra sulla sua purezza e lealtà tanto da lasciarlo imprigionato anche fisicamente in quella gabbia dorata dell’inevitabile perdizione. (La seconda parte dello spettacolo difatti si svolge fra cancelli amovibili in cui via via gli attori si troveranno incappati e imprigionati.) Desdemona che sembra Alice in Wonderland, perennemente in giallo, anche in intimo, simbologia evocativa di saggezza ma anche di imminente pericolo. In verità tutti i costumi hanno una bella ricerca cromatica in tutte le varianti dei colori. Infine l’uso intelligente e creativo di David Barittoni, autore originalissimo delle musiche, nonché anche esecutore di due brani in cui eccelle nelle sue ricercate vocalità tonali, il musicista segue passo passo l’andamento dello spettacolo sovrapponendosi alle sue stesse composizioni. Il terzetto degli interpreti principali Maurizio Donadoni, Maria Chiara Centorami e Gianluigi Fogacci, a cui si aggiunge un ottimo Massimo Nicolini, è affiatato e sempre complice in un gioco davvero impeccabile. E come ci viene ricordato all’inizio sulle t-shirt che gli attori indossano prima di andare a rappresentare il dramma come un incipit da tenere a mente: Otello sono io! Ecco che affiora il significato della (lunga) serata, come diceva un altro grande poeta, Oscar Wilde: ‘Each man kills the things he loves!’.

Otello

di William Shakespeare

con Maurizio Donadoni, Simone Bobini, Maria Chiara Centorami, Nicola Ciaffoni, Antonella Civale, Nicola D’Eramo, Gianluigi Fogacci, Sebastian Gimelli Morosini, Massimo Nicolini, Gigi Palla, Carlotta Proietti

scene Fabiana De Marco

costumi Maia Filippi

musiche originali David Barittoni

regia Marco Carniti

produzione Politeama S.r.l.

Globe Theatre, Roma fino al 20 settembre

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