Pochi giorni dopo l'omicidio di Michela Fioretti, avvenuto dopo un inseguimento da parte dell'ex marito sulle strade di Ostia (secondo quanto riferito da un automobilista che avrebbe assistito all'intera scena), diverse centinaia di persone si sono date appuntamento sul ponte della cittadina laziale, in ricordo dell'infermiera uccisa, che era anche mamma di due figlie.
Pochi giorni dopo l’omicidio di Michela Fioretti, avvenuto dopo un inseguimento da parte dell’ex marito sulle strade di Ostia (secondo quanto riferito da un automobilista che avrebbe assistito all’intera scena), diverse centinaia di persone si sono date appuntamento sul ponte della cittadina laziale, in ricordo dell’infermiera uccisa, che era anche mamma di due figlie. Per lei un flash mob, in protesta contro il femminicidio e fiori, tanti fiori, depositati da chi è rimasto, donne alle quali spetta il compito di combattere, per loro stesse, ma non solo. Alla manifestazione per Michela, che si è svolta oggi a metà mattina, ha presenziato l’intera famiglia della vittima. Tra tamburi, fischietti e cori, molto rumore, ma non per nulla.
L’intenzione infatti era duplice. Ricordare e basta serve a poco se si vuol cambiare il futuro. Ricordare per richiamare l’attenzione sull’urgenza di arginare un fenomeno terribilmente odioso invece è fondamentale; di “femminicidio”, una sorta di “neologismo di vecchia data” che identifica l’espressione estrema della violenza di genere verso una donna, si sente ormai parlare quasi ogni giorno. Coniare termini appositi però, o rievocarli periodicamente, è probabilmente utile a livello mediatico, ma certo non impedisce ad un potenziale omicida di mettere in atto la sua follia. Va però detto che l’attenzione dei media richiama spesso quella della società, che inizia talvolta quasi automaticamente a fare pressione.
Poi c’è la politica; a volte anche lei (in)segue i media, altre volte come nel caso della neo presidente della Camera Laura Boldrini, li anticipa. Ex alto commissario delle Nazioni Unite per i rifguiati, di casi di “femminicidio”, inteso nel senso che al termine ha dato Marcela Lagarde, la Boldrini deve averne visti un numero insopportabile. La richiesta di una legge apposita da parte del Parlamento appena “l’attività legislativa potrà dispiegarsi pienamente”, potrà forse ad alcuni apparire superflua. D”altra parte, la legge italiana punisce già l’omicidio e il femminicidio, in fondo, è sempre l’uccisione di un essere umano. La questione però è più complessa. Se l’intento non è solamente quello di arginare il più possibile il fenomeno, ma quello di cambiare i presupposti che lo generano, va prima di tutto sradicata una mentalità perversa che autogiustifica in alcuni soggetti una (inesistente) superiorità maschile così netta da far loro pensare che, uccidere una donna che “non obbedisce” sia, incredibilmente, addirittura un atto di giustizia. Mentre, invece, e anche questo non è certo superfluo ricordarlo, è solamente un crimine, per giunta della natura più vigliacca.
http://www.youtube.com/watch?v=g0dIOCtmBN8
Angelo Sanna
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